Piste da sci prese d'assalto: ignorate le disposizioni di sicurezza, decine di persone in fila per salire sullo Zoncolan

UDINE. Il popolo friulano reagisce alla psicosi da coronavirus e nella prima domenica primaverile di marzo, forse con un po’ di incoscienza, riempie le località turistiche di mare e di montagna. Nonostante le raccomandazioni a evitare i luoghi affollati e alla “regola” di buon senso di mantenere un metro di distanza tra le persone, si sono creati assembramenti davanti agli impianti, con gli operatori di Promoturismo Fvg che tentavano di far rispettare le regole. Centinaia di sciatori uno davanti all’altro, incapaci di mantenere almeno i 60 centimetri richiesti per contenere una possibile diffusione del virus. Il monte Zoncolan è letteralmente andato in crisi a causa del sovraffollamento, e non è andata meglio sul Lussari e a Passo Pramollo. Complessivamente, passaggi nei poli del Fvg, sono stati circa 10 mila, numero piuttosto elevato per il mese di marzo.
Problemi anche ai laghi di Fusine, con la strada di accesso che è stata chiusa per il troppo afflusso, con l’intervento di carabinieri e Polizia locale. Gente ammassata anche al parco del Cormor, a Udine, e nelle località balneari, con la spiaggia e i locali di Lignano Sabbiadoro che sono stati invasi. Certo, si dirà, il Friuli Venezia Giulia non è soggetto alle restrizioni della zona rossa, dove gli impianti sciistici sono chiusi e le persone sono invitate a restare a casa, però il caos che si è creato nei poli sciistici non rappresenta certamente un buon esempio per riuscire ad arginare il rischio di contagio.
Va detto che Promoturismo Fvg, all’ingresso degli impianti di risalita, ha posizionato dei cartelli chiedendo all’utenza di rispettare le indicazioni fornite dal governo per contenere la diffusione del Covid-19, “in particolare – si legge in uno di questi cartelli – si richiede che l’utenza rispetti la distanza interpersonale di almeno un metro”. Eppure le code si sono formate ugualmente, anche per la scelta di contingentare gli accessi alle cabinovie. Tutti gli impianti hanno girato al 50% della propria capienza, proprio per evitare affollamenti. Promoturismo Fvg, inoltre, vista la situazione critica venutasi a creare sullo Zoncolan, ha richiamato in servizio 6 persone per dare manforte agli addetti agli impianti e mantenere l’ordine. Poi le file si sono formate ugualmente, a causa soprattutto della sconsideratezza di alcuni sciatori.
Disertati quindi centri commerciali e cinema, approfittando della giornata di sole e delle temperature miti, gli appassionati di neve hanno scelto le località di montagna per trascorrere la domenica. C’erano moltissimi friulani, ma non sono mancati nemmeno austriaci e sloveni, soprattutto nel Tarvisiano.
Per salire sullo Zoncolan dal lato di Sutrio, la strada è stata chiusa in tarda mattinata per la troppa gente che la percorreva, e anche sull’altro versante, da Ravascletto, per utilizzare l’impianto di risalita le code hanno raggiunto i 30 metri di lunghezza. Centinaia di sciatori uno vicino all’altro come se nulla fosse. A dimostrarlo ci sono decine di foto che già domenica pomeriggio hanno iniziato a girare sui social network, scatenando la reazione di decine di persone infastidite per un comportamento definito irresponsabile. Scene non usuali per un polo come lo Zoncolan, che comunque è abituato a sostenere afflussi consistenti.
File interminabili anche alla telecabina del monte Lussari: qui il polo è stato letteralmente preso d’assalto dagli sciatori, che per acquistare lo skipass o il biglietto per salire in cabinovia si sono messi in coda, creando una potenziale situazione di rischio per la proliferazione del virus. Stesse scene anche a Piancavallo e nel parco gioco della piana dell’Angelo, a Tarvisio: qui in fila non c’erano solo gli adulti ma anche i bambini. Chi è in attesa di salire in cabinovia non sembra preoccupato dalla situazione venutasi a creare: «Siamo stufi di sentirci dire cosa possiamo o non possiamo fare. Restiamo all’aria aperta, e questo non può essere un problema». Ecco perché, vista la giornata di sole, chi ha potuto ha optato per la classica gita fuori porta.
Un Friuli a doppia faccia, quindi, nel rapportarsi all’emergenza coronavirus: da un lato c’è chi si barrica in casa e saccheggia i supermercati di beni di prima necessità e di disinfettanti, dall’altra c’è chi continua a comportarsi come se nulla fosse, mantenendo la prossimità con persone che non conosce e dimostrando una scarsa attenzione per le precauzioni governative.
Il comunicato della Regione. I poli sciistici del Friuli Venezia Giulia sono stati gestiti in sicurezza, attivando tutte le prescrizioni imposte ai gestori da parte dei decreti governativi in tema di contenimento dell'emergenza da coronavirus. Lo ribadisce la Regione, tramite l'assessore al Turismo, specificando che alcune criticità relative al formarsi di code di sciatori agli impianti di risalita, nella giornata odierna, si sono verificate esclusivamente nel polo dello Zoncolan, soprattutto a Ravascletto, limitatamente all'arco di un'ora e mezza nella prima parte della mattina.
Premesso che è dovere di ogni singolo cittadino attenersi alle disposizioni di legge, nei poli sciistici è stato richiesto agli sciatori di rispettare il metro di distanza, richiamandoli a tale disposizione non solo attraverso cartelli esplicativi alle casse e all'ingresso degli impianti di risalita, ma anche mediante l'impianto di amplificazione con cui gli operatori hanno invitato la clientela a mantenere la distanza interpersonale. Inoltre, sugli impianti è stato dedicato personale specifico in sorveglianza alle code.
PromoTurismoFVG, infatti, ha richiamato in servizio, nella giornata odierna, personale aggiuntivo per garantire l'osservanza delle prescrizioni, il tutto nella piena collaborazione con le forze dell'ordine e i volontari.
La Regione ha inoltre imposto - pur non essendoci specifiche restrizioni in merito nel territorio del Friuli Venezia Giulia - di limitare la capienza degli impianti di risalita al 50 per cento.
Va ricordato, peraltro, che la montagna finora è stata considerata dai cittadini un "luogo rifugio" dove svolgere attività all'aria aperta in sicurezza e che, in forza dei decreti governativi, le amministrazioni pubbliche sono state chiamate a promuovere attività all'aria aperta nel rispetto delle prescrizioni.
Si evidenzia infine che anche l'ultimo decreto governativo, in vigore da oggi, non impone la chiusura degli impianti sciistici in Friuli Venezia Giulia (come invece esplicitamente previsto nelle zone rosse).
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