Pietra o porfido in via Mercatovecchio? Mercoledì si decide

UDINE. Il futuro di via Mercatovecchio, sospeso tra la pedonalizzazione in pietra piesentina e la conferma dell’attuale soluzione ibrida (Zona a traffico limitato) in porfido, è nelle mani dei giudici del Tar del Friuli Venezia Giulia che mercoledì 8 novembre dovrebbero decidere se confermare o meno la sospensione cautelare del progetto avviato dal Comune e poi bloccato su richiesta dell’associazione Amici di Mercatovecchio e di altre nove attività del centro.
La camera di consiglio del Tar presieduta da Oria Settesoldi è stata convocata per domani alle 10 e dovrà decidere sul ricorso presentato dall’avvocato Luca De Pauli che nei giorni scorsi ha depositato un altro faldone, l’ennesimo. Il legale dello studio Ponti ha individuato nuovi motivi aggiunti, i quarti dall’inizio della battaglia legale.
I giudici avevano già disposto la sospensione cautelare di tutte le procedure della gara che si era conclusa nei primi giorni di agosto con l’aggiudicazione provvisoria alla EdilCostruzioni di Teramo: la ditta, dopo Friuli Doc, avrebbe dovuto avviare i lavori e invece nemmeno un sanpietrino è stato ancora rimosso.
L’ennesimo imprevisto di un cantiere la cui storia è stata caratterizzata da ritardi e rinvii. Stando alle prime ipotesi del Comune, i lavori avrebbero dovuto iniziare dopo Natale 2016, ma la predisposizione della gara ha richiesto più tempo del previsto, poi gli uffici sono stati sommersi da una raffica di candidature, ben 55 e così il sorteggio delle 13 aziende è stato completato solo a maggio e l’affidamento dei lavori è arrivato a fine luglio. Ma i primi di agosto il Tar ha congelato tutto facendo slittare a domani la decisione.
Così, se tutto va bene, se ne riparlerà nel 2018. Altrimenti il progetto di pedonalizzione rischia di andare definitivamente in archivio perché l’amministrazione Honsell (il sindaco lascerà l’incarico il primo gennaio per candidarsi alle regionali) è in scadenza nei primi mesi del prossimo anno e non avrebbe quindi i tempi tecnici per portare avanti un’altra gara.
Nel ricorso, l’avvocato De Pauli sostiene che l’esecutivo approvato dalla giunta nella delibera del 16 maggio scorso sia una sorta di “secondo progetto”, molto diverso da quello del 29 dicembre scorso, autorizzato già in precedenza dagli uffici di Palazzo Clabassi.
Anche se il soprintendente Corrado Azzollini ha dato il via libera anche al secondo elaborato precisando che «le variazioni riguardano unicamente elementi secondari e prevalentemente sotterranei (quali modifiche ai collegamenti alla fognatura e pozzetti per le acque meteoriche) che risultano irrilevanti rispetto all’intervento nel suo complesso per come precedentemente autorizzato».
Ma nei quarti motivi aggiunti De Pauli ha precisato che «diversamente da quanto ritenuto dalla Soprintendenza il progetto non ha subito “minime integrazioni e modifiche”, ma evidenti modificazioni di carattere sostanziale» tra le quali alcune «modifiche ai lotti di intervento, sia sul lato salita al castello che verso via Paolo Sarpi», «numerose modifiche degli elementi del sistema di smaltimento delle acque meteoriche», la «variazione delle dimensioni delle lastre di pietra piasentina» e soprattutto «la sostituzione della “baulatura a schiena d’asino” con una sezione a “pendenza unica”».
Il sindaco Furio Honsell però resta fiducioso e conta di poter portare a termine la pedonalizzazione che viene ritenuta strategica per cambiare il volto al cuore della città soprattutto dopo la realizzazione del parcheggio di piazza Primo maggio.
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