Piero Toffoli, il negoziante che ha conquistato il Monte Bianco

Il pordenonese primo nella categoria V2 H1 dopo trenta ore di corsa È l’ultratrail più famoso d’Italia

PORDENONE. "Io lo dico sempre: queste gare si vincono con il cervello". Piero Toffoli, conosciuto negoziante cittadino e maestro di sci a Piancavallo, ne ha la certezza dopo avere vinto la Ultra Trail du Mont Blanc – Umtb nella categoria V2 H1, veterani.

È la gara di ultra trail, corsa in montagna, più famosa in Italia e non solo. Ogni anno richiama sportivi da tutto il mondo. Partenza e arrivo a Chamonix dopo avere corso attorno al Monte Bianco, tra sentieri e passi. Per capire la portata dell’impresa basti qualche numero: Toffoli ha percorso 170 chilometri in 30 ore, di notte e di giorno, con 10 mila metri di dislivello positivo (salita). Sempre correndo, con la pioggia o le nuvole, visto che il sole non s’è mai fatto vedere, fermandosi solo per nutrirsi.

«E’ la gara per eccellenza – ha raccontato –. Ogni anno vorrebbero partecipare più di 8 mila persone, ma ne vengono sorteggiate 2.500. È la terza volta che partecipo: non pensavo di vincere, il mio obiettivo era riuscire almeno a salire sul podio». Nella categoria di Toffoli ai nastri di partenza, venerdì scorso alle 18, erano in 450. É stata una corsa lungo sentieri scoscesi attorno al Monte Bianco, arrivando anche a quota 2 mila 500 metri. «La partenza è stata di sera – ha proseguito Toffoli –. L’arrivo, per i più forti, era previsto il giorno dopo: avevamo al massimo 45 ore per completarla. C’è gente che ha trascorso fuori anche due notti. L’ultimo è arrivato domenica alle 17».

Ai nastri di partenza i partecipanti devono arrivare con il bagaglio, controllato da una rigida organizzazione: «Tutti siamo partiti con lo zaino – ha detto ancora Toffoli –. Dentro c’era materiale obbligatorio per la sopravvivenza come giacca a vento, pantalone lungo, maglietta a manica lunga, 2 litri di acqua e cibo. Ti controllano anche lungo il percorso, a sorpresa. Venerdì, qualche ora prima della partenza, ci hanno informato che era previsto forte vento in quota, con una temperatura percepita di meno 10 gradi».

La partenza è avvenuta con la pioggia, nonostante le previsioni fossero di bel tempo. «Il freddo più intenso l’ho sentito sui passi». Lungo il percorso ci sono posti di ristoro e “basi vita” dove ci si può riposare «ma il cronometro continua a correre».

A vegliare su Toffoli è stata, per tutto il percorso, la compagna Marinella, in questa e in altre gare il suo angelo custode. «Devi indicare una persona – ha raccontato il negoziante – che ti attenda ai ristori. Io avevo la mia compagna, che mi ha preparato anche da mangiare, perché essendo celiaco rischiavo di non potermi alimentare altrimenti. Ti fermi e ti siedi per 10 minuti un quarto d’ora, il tempo di mangiare.

Poi via, perchè il cronometro non si ferma». Una competizione con altri, ma soprattutto una sfida con se stessi: «Ci sono momenti di down psicologico – ha ammesso – ma è normale in queste gare che arrivino attimi in cui vuoi abbandonare. La forza sta nel non ascoltare il corpo che ti dice di fermarti, ma di continuare ad andare avanti. Poi magari, quando passa, dopo mezz’ora corri come se fossi appena partito».

Per tutta la gara Toffoli è stato informato dalla sua compagnia Marinella circa la sua posizione in gara: «Alla fine sapevo che c’erano altri 4 concorrenti vicino a me – ha raccontato –, ma non chi fossero. A un certo punto mi ha detto che ero primo e che il secondo era a mezz’ora. Poi, nell’ultima discesa, verso Chamonix, ero tranquillo». Con la certezza della vittoria.

Piero Toffoli è arrivato sabato poco dopo la mezzanotte, dopo avere corso per 30 ore. «La premiazione è stata bellissima – ha concluso –, una cosa strepitosa».

Ora il negoziante è tornato a Piancavallo da vincitore. «Faccio queste gare da 10 anni – ha rivelato –, poche settimane fa ne ho corsa una da 120 chilometri. La prossima sarà sull’Adamello, 180 chilometri».

E alla classica domanda su come si prepari risponde: «Non mi preparo, lo faccio perché mi piace».

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