Piasente e l’indennità di vice di Autovie

UDINE. Terminato il suo mandato in Provincia di Udine, Matteo Piasente inizia a percepire l’indennità per l’incarico di vicepresidente di Autovie Venete. Dopo sei mesi di stop, il segretario regionale della Lega Nord si vedrà accreditare i 16 mila euro annui che gli spettano fino alla fine del suo mandato, il 2015.
«Al momento della mia nomina – ricorda – ho rinunciato all’indennità di carica per evitare problemi di incompatibilità con il mio ruolo di consigliere provinciale a Udine, visto che la Provincia è azionista di Autovie Venete». Una nomina, quella di Piasente, che aveva scatenato le ire dell’opposizione di centrosinistra in Regione, e del Pd in particolare.
Ma il segretario del Carroccio del Friuli Venezia Giulia aveva respinto ogni accusa, ricordando come il comitato regionale per le nomine si fosse espresso favorevolmente sulla sua posizione, dopo aver esaminato le competenze indicate nel curriculum presentato negli uffici di Autovie Venete. Piasente quindi, dopo l’uscita di scena dalla Provincia di Udine, considera naturale incominciare a percepire l’indennità per la carica di vicepresidente. Questo nonostante la sua sia stata una nomina di tipo politico, decisa da una maggioranza regionale diversa da quella attuale.
Ma, anche in questo caso, Piasente non si scompone, ritenendo il suo un ruolo al di sopra delle contrapposizioni politiche: «Assicuro il mio impegno e la mia collaborazione anche nei prossimi mesi – chiarisce Piasente – indipendentemente dal cambio avvenuto alla guida della Regione. Quando una persona è chiamata ad assumersi un incarico di questa rilevanza – evidenzia – deve saper distinguere l’aspetto politico da quello amministrativo».
Dunque Piasente non ha alcuna intenzione di dimettersi dalla carica di vicepresidente di Autovie Venete, fermando sul nascere ogni possibile tentativo di spoil system con il coinvolgimento di personalità vicine al centrosinistra.
Ieri sera, intanto, il Consiglio federale del Fvg si è riunito per capire come dovrà cambiare la gestione futura del movimento, visto che con la drastica diminuzione degli eletti in Parlamento e in Regione, caleranno anche le risorse economiche a disposizione. (a.c.)
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