Piantata una magnolia per la ripartenza Il vescovo Redaelli: «Simbolo di rinascita»
Se a coronare la cerimonia nel parco della Rimembranza è stata la piantumazione di una magnolia, non è stato un caso. Sono molte le ragioni che hanno portato il Comune a questa scelta: ragioni di carattere strettamente tecnico o botanico, urbanistico, storico, simbolico.
A sintetizzarle tutte è stato ieri l’assessore al Verde pubblico Francesco Del Sordi, prendendo la parola prima della benedizione dell’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli e dei “colpi di pala” inaugurali assestati dal sindaco Ziberna e dall’assessore regionale Riccardi.
«La pianta che collochiamo oggi (ieri ndr) ne sostituisce un’altra analoga, ma ormai morente, e dunque ripristiniamo ciò che già c’era – ha spiegato Del Sordi, di fronte alla giovane pianta che trova posto nello spazio verde subito alle spalle del monumento del parco, sulla destra -, ma in generale possiamo dire che non c’era scelta più adatta per onorare questo momento. La magnolia grandiflora è una pianta tipica dei giardini italiani, e nei nostri parchi ce ne sono molte, a partire da quella monumentale dei Giardini pubblici, e dunque possiamo dire che Gorizia abbia un legame speciale con questa essenza. Che, oltretutto, è particolarmente longeva, e dunque ci permette di guardare in prospettiva». Del Sordi ha anche ricordato il valore simbolico della magnolia, in passato scelta dagli irredentisti per sottolineare l’italianità di Gorizia, dato che con il verde delle sue foglie, il bianco dei suoi fiori e il rosso dei suo frutti ricordava la bandiera nazionale.
«Questa pianta, simbolo di rinascita, ci indica la voglia di ripartire – ha aggiunto l’arcivescovo Carlo Maria Redaelli, dopo aver ricordato tutti i caduti per il Covid-19 -. Lasciamoci alle spalle questi quattro mesi terribili, ma teniamoli nel cuore, per coglierne il senso profondo e vivere la ripresa all’insegna della speranza». —
M.B.
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