Perse 4 mila aziende nei primi cinque mesi

Unioncamere: l’inversione di tendenza dal secondo semestre del 2015. Continua a diminuire l’export mentre aumentano le delocalizzazioni

GORIZIA. Nei primi cinque mesi dell’anno, in Fvg, hanno cessato l’attività 3.921 aziende, a fronte di appena 3.140 nuove iscrizioni ai registri dei quattro enti camerali provinciali. E dall’inizio della crisi – dunque nel volgere di soltanto cinque anni – il tessuto produttivo regionale ha perso per strada 4.763 imprese, più del 5 per cento del totale. Per l’inversione di tendenza bisognerà attendere il secondo semestre del 2015: intanto, i numeri presentati ieri dal presidente di Unioncamere Fvg, Giovanni Da Pozzo, sulle imprese regionali, risultano sistematicamente preceduti dal segno meno: calano le esportazioni, diminuiscono gli imprenditori, così come gli occupati.

«Dobbiamo superare i particolarismi ed evitare le prove di forza tra i vari attori in campo. E, soprattutto, dobbiamo prendere atto che il sistema Fvg non è virtuoso», ha sillabato l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Bolzonello. *Perse 7mila aziende Quindici anni fa, all’alba del Duemila, le imprese attive in regione erano complessivamente 102.975. Oggi, con la crisi che scoraggia i potenziali investitori, le aziende sono 95.660, con 29mila artigiane.

«Nel 2012 abbiamo registrato il punto minimo di nuove iscrizioni agli albi camerali, con appena 5.840 nuove imprese registrate», ha sintetizzato Da Pozzo, illustrando i dati sull’imprenditoria regionale nel corso dell’undicesima edizione della Giornata dell’Economia, ospitata ieri mattina dalla Camera di Commercio di Gorizia.

Il saldo delle imprese

Il saldo tra imprese iscritti e cessate nel 2012 è negativo (-838 unità) e poco inferiore è il disavanzo fatto registrare nel primo quadrimestre (-781). Negli ultimi quattro anni sono calate dell’11,65 per cento le imprese impegnate nel comparto agricolo, mentre la manifattura ha perso il 7 per cento delle aziende attive; in riduzione anche il numero di imprese nei settori del commercio (-3,37 per cento) e delle costruzioni (-3,30), mentre in controtendenza risulta l’ambito dei servizi alle imprese e alla persona (+4,39 per cento).

Aumentano le delocalizzazioni

Un altro aspetto certifica la crisi che sta investendo il sistema produttivo del Fvg. Il 2012 ha fatto registrare un aumento delle imprese regionali che hanno scelto di localizzare le loro unità secondarie fuori dai confini del Fvg: sono 20.164 le aziende locali che vantano un satellite extraregionale, con investimenti in aumento nelle altre regioni d’Italia (+1,7 per cento) e soprattutto all’estero (+10,7 per cento), «segno che permangono condizioni più favorevoli soprattutto nei Paesi vicini, grazie a più vantaggiosi costi dell’energia e del lavoro e a una burocrazia inferiore – ha sottolineato il presidente di Unioncamere Fvg. Circa la metà delle imprese iscritte nell’ultimo anno in Carinzia e in Slovenia sono ascrivibili al tessuto produttivo della nostra regione». Unico dato positivo è l’aumento di un punto percentuale delle aziende extraregionali (oltre 22mila) che nel 2012 hanno scelto di insediare un’unità locale in Fvg. Risultano tuttavia in calo (-0,6%) gli investimenti di aziende straniere sul nostro territorio.

Crolla l’export

Risulta in calo per il quinto trimestre consecutivo l’export delle aziende regionali. Rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2012, nel primo trimestre di quest’anno le esportazioni in regione sono calate del 6,84%, con valori superiori alla media del Nordest (-0,79%) e dell’Italia (-0,71%). Negativo in particolare il ruolino delle aziende triestine (-16,55%) e udinesi (-7,23%); più contenuta la decrescita dell’export nelle province di Pordenone (-2,98%) e Gorizia (-1,44%). In calo anche le importazioni, che risultano diminuite del 4,83 per cento. Gli scenari prevedono un recupero già per quest’anno di due punti percentuali, con un incremento del 4,3 per cento nel biennio 2014-2015.

Tre riforme per ripartire

«In che sistema stiamo operando? Il costo di produzione del Pil per oltre il 45% deriva dal costo del pubblico. Può un sistema supportare questo? Anche questo è un tema non rinviabile se vogliamo essere competitivi. Così come non possiamo nascondere il dato dell’export: il Fvg è l’unico con pesante segno negativo tra le regioni del Nord. Dobbiamo avere il coraggio di dirci che il Fvg non è tra i sistemi più virtuosi: dobbiamo riconoscere questa situazione e da qui dobbiamo ripartire». Il vicepresidente della giunta regionale, Sergio Bolzonello, non ha usato giri di parole per dipingere il sistema produttivo del Fvg, chiudendo i lavori a Gorizia. Per il titolare della delega alle Attività produttive, «servono tre riforme: quelle dell’agroalimentare, del credito per le imprese e dell’energia. Serve una minor frammentazione del sistema, dobbiamo guardare oltre le nostre scarpe – ha detto Bolzonello -. Se abbiamo solo grandi realtà nel manifatturiero, ma non investiamo a sufficienza nell’agroalimentare e nel turismo come pensiamo di uscirne?»

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