Perché èStoria 2024 farà la differenza in Italia

Gorizia: a maggio il grande festival che raggiunge la ventesima edizione. La svolta: collaborazione con Post Eventi e con Nem. Il quesito: quanto contano le date?

Fabrizio Brancoli
Il festival èStoria di Gorizia richiama moltissime persone da tutto il Nord Est e oltre
Il festival èStoria di Gorizia richiama moltissime persone da tutto il Nord Est e oltre

“Mamma, la storia non mi piace”.

“Perché, figlio mio?”.

“Perché è difficile, ci sono troppe date da imparare a memoria”.

Ci siamo passati tutti. Manda a memoria: tre caravelle che approdano in America, la Rivoluzione francese, il crollo della borsa e del Muro, battaglie, trattati, scoppi e conclusioni delle guerre, prese della Bastiglia, la battaglia di Maratona e una notte a Betlemme.

Date.

Fai un nodo lungo la corda del tempo, prova a ricordarlo e poi però misurati con la sfida delle sfide: colloca dei contenuti dentro e dietro quei numeri, più in profondità. Quindi le storie delle donne e degli uomini, le scelte e i drammi, le svolte e le strategie, le premesse e le conseguenze.

In un’epoca nella quale ci raccontano quanto siano importanti i dati, un festival – il più importante d’Italia tra quelli che affrontano il tema complesso e affascinante della Storia, si occupa di date. Con questa parola chiave, sostantivo femminile e plurale, dal 20 al 26 maggio Gorizia ospiterà la ventesima edizione di èStoria, che è ormai un cardine culturale per questo Paese, pur mantenendo un fiero e assoluto radicamento sul territorio.

Come iniziò tutto?

Vent’anni fa Adriano Ossola si presentò negli uffici della Regione, per proporre che si finanziasse la pubblicazione di una serie di libri. Ma l’idea non passava.

«Così, come piano B, provai a lanciare un’altra idea: un festival, appunto. E questa funzionò». Ossola è il padre e il fratello di èStoria, che si appresta a vivere un’evoluzione fondamentale (a proposito di scelte e di svolte). Il festival si accinge a crescere ulteriormente, affacciandosi sempre di più alla ribalta nazionale e internazionale. E registra una novità di rilievo assoluto: testa e regia resteranno saldamente a Gorizia, la parte organizzativa sarà curata da Post Eventi, una società affermata e dal know-how consolidato.

Post Eventi già da mesi collabora intensivamente con Nem, il gruppo editoriale del quale fa parte il nostro giornale; e nei prossimi mesi questo rapporto salirà ulteriormente di livello, rafforzandosi e affermandosi.

Alessandra Pizzi è amministratrice delegata di Post Eventi. «Siamo molto felici di questa partnership con quella che è la manifestazione nazionale più importante sui temi della storia», spiega. «Da parte nostra porteremo un contributo sia in termini di sponsorizzazioni, sia fornendo un’esperienza e un know-how organizzativo che aiuteranno la manifestazione a crescere in termini di pubblico che di notorietà a livello nazionale. Con il festival svilupperemo appuntamenti targati èStoria anche in altre città sul territorio italiano, in modo da contribuire a un maggior radicamento sul territorio nazionale della manifestazione. E la partnership avviata fin dall’inizio con Nem, per sviluppare sinergie tra il mondo dell’editoria e il mondo degli eventi, vedrà significativi sviluppi nelle prossime settimane».

Se un alieno atterrasse oggi a Gorizia e non sapesse niente di èStoria, come si potrebbe presentargli il festival, in poche parole?

«Gli direi – risponde Ossola – che è una manifestazione che ha saputo sviluppare un suo linguaggio di Storia, un linguaggio parlato in una cornice di grande rigore e di equilibrio serio tra le fonti. Un’idea che è nata e maturata in un clima attento alla qualità della divulgazione e della storiografia, per un pubblico raffinato, sensibile, attento».

Venti edizioni sono anche un percorso: dal debutto con una quarantina di eventi ai quasi duecento dell’ultima versione, nel 2023 (più 20 proiezioni cinematografiche con un coinvolgimento di circa 300 ospiti). E la sensazione, generale, nitida, non solo circoscritta a queste latitudini, che la Storia sia, in qualche modo, perdonateci l’espressione banale, tornata di moda. È così? «È così, c’è un interesse crescente».

E perché mai?

Per una serie di fenomeni concomitanti: alcuni eruditi, alcuni super pop, altri che rappresentano dei crocevia con l’attualità. La Storia oggi è un perno narrativo per il cinema, per le serie delle grandi piattaforme streaming, persino per i social. La Storia è anche una collezione di personaggi chiave, intriganti da conoscere e da esplorare nelle loro psicologie. La Storia, infine, è parte del nostro presente: «L’irruzione delle notizie dal mondo nelle nostre vite, con guerre vicine, con effetti concreti, impone sempre di più un interesse alle radici dei fatti, che spesso affondano davvero lontano nel passato», conclude Ossola.

A scuola forse la Storia non ci piaceva perché ci imponeva di ricordare giorni e annate a memoria; ma la colpa non era di quelle date. Semmai era di chi non sollevava il sipario su di loro, mancando di svelare il romanzo dell’umanità e la sua trama dall’interesse imbattibile. Una metrica oggettiva ed emotiva al tempo stesso, che parte dai fatti ma è impastata con la materia fluida delle memorie e delle opinioni.

Il festival numero 20 svelerà più avanti i suoi contenuti e le persone che li incarneranno. Non si fanno particolari anticipazioni ma Ossola, per esempio, parla di una star come il professor Alessandro Barbero spiegando che è un amico, sempre presente.

Il cartellone sarà all’altezza della sua...storia, che nelle edizioni passate ha registrato nomi come Paolo Mieli, Alberto Angela, Vittorio Sgarbi, Edward Luttwak, Margherita Hack, Zygmunt Bauman, Gian Antonio Stella, Dario Fo, Claudio Magris, Emanuele Severino, Roberto Saviano, Piergiorgio Odifreddi, Corrado Augias, Uto Ughi,Gianni Vattimo, Marc Augé, Sergio Romano. Teste di serie del pensiero e dell’analisi storiografica, fari nelle nostre nebbie, per aiutarci a trovare le rotte della conoscenza e della lettura di ciò che accade. E di ciò che accadrà. 

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I grandi temi di èStoria

Dai “Giovani” agli “Schiavi”, dalle “Migrazioni” agli “Eroi”, dai “Profeti” alle “Guerre” e alle “Trincee”. Se è vero che il passato è la chiave per leggere e decifrare il presente, il Festival èStoria di Gorizia dal 2005 propone temi intorno ai quali avviare un confronto - tra i più qualificati esperti e studiosi internazionali -, che intrecci i fatti storici - dall’evo antico a quello moderno e contemporaneo - con quelli dell’attualità più stringente. Ogni anno il calendario propone decine dibattiti, presentazioni di libri, spettacoli, mostre, proiezioni e racconti di testimonianze che coinvolgono l’intera città di Gorizia. Il tema di quest’anno, “Date”, riflette su cosa significhi segnare il tempo dell’agire dell’uomo, dalle date dei grandi eventi a quelle celebrative che fissano la memoria.

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