Pelizzo contro Civibank: «Mi chiedono i danni? Iniziativa illegittima»

Secondo l’ex presidente istanza senza numeri in assemblea «Ho speso una vita per l’istituto e ora mi vogliono in tribunale»
Di Maura Delle Case
Cividale 8 Dicembre 2013. Assemblea Banca Popolare di Cividale. Copyright Foto Petrussi
Cividale 8 Dicembre 2013. Assemblea Banca Popolare di Cividale. Copyright Foto Petrussi

CIVIDALE. «Non sono un legale ma so leggere. E da quello che ho potuto verificare la risposta è inequivocabile e molto chiara. L’azione di responsabilità non è passata». Parla lo storico presidente della Banca di Cividale, Lorenzo Pelizzo, rompendo il silenzio a valle dell’assemblea dei soci chiamata sabato a decidere sulla causa da intentare contro gli amministratori della Tabogan srl, società responsabile della costruzione della nuova sede dell’istituto a Cividale, e contro i membri del consiglio di amministrazione e del collegio dei sindaci in carica all’epoca dei cantieri.

I numeri del voto - ancora ufficialmente top secret - Pelizzo li ha potuti vedere lo scorso 3 maggio, durante un incontro con il direttore generale dell’istituto, Gianluca Benatti, cui ha preso parte anche l’ex consigliere di amministrazione Adriano Luci. «Abbiamo chiesto di essere formalmente ricevuti dal direttore e durante il colloquio quest’ultimo, a fronte della nostra richiesta di poter prendere visione dei dati ufficiali dell’assemblea, ci ha presentato un foglio sul quale erano riportati. Ha fatto personalmente le somme».

Sul raggiungimento o meno del quorum per dare corso alla proposta del consiglio di amministrazione Pelizzo non ha dubbi. Va calcolato prendendo in considerazione tutti i voti espressi, oltre 2 mila - fa sapere - nel caso dell’azione di responsabilità. Dunque anche gli astenuti, che sommati ai voti contrari, fanno sì che la previsione statutaria non sia rispettata. «Si parla infatti di maggioranza assoluta - riferisce l’x presidente -: per passare, l’azione doveva essere deliberata con la metà dei voti a favore più uno». Si è invece fermata a 965 per Tabogan, a 848 per Cda e sindaci. Meno della metà più uno. Almeno a sentire Pelizzo perché sul computo del quorum la lettura data dai vertici della banca è che gli astenuti non vadano contati. «Darò incarico a un professionista imparziale ed esperto in materia per un’ulteriore conferma» fa sapere lo storico presidente che non nasconde l’amarezza per la situazione venutasi a creare.

«Mi rattrista che la recente assemblea si sia trasformata in un luogo di giustizia alla stregua di un tribunale con un grande imputato. Ho speso una vita per sviluppare quest’azienda - rivendica Pelizzo - e in assemblea ho chiuso il mio intervento raccomandando ai soci di stare vicino alla banca. Mi congratulo con la rieletta presidente, Michela Del Piero, e le auguro un proficuo lavoro per dare all’istituto ulteriore sviluppo e assicurargli autonomia per il futuro. Detto questo però, non posso non tutelare l’immagine mia e di coloro che con me hanno fatto sì che la banca raggiungesse i risultati di solidità che sono unitamente riconosciuti, continua Pelizzo indicando, oltre ai risultati patrimoniali, la plusvalenza frutto della cessione della quota detenuta dalla Cividale nell’Icbpi e una solida reputazione.

Sulla sede la posizione è quella di sempre. Di strenua e convinta difesa dell’intervento. «Si tratta di un edificio moderno, che ha permesso di eliminare l’ecomostro di Italcementi e che consente a tutti gli operatori, compresi quelli di Help line, di lavorare nel benessere e nel confort. Posso garantire - conclude - che nessuno si è messo in tasca un centesimo e che nella realizzazione di simili complessi un aumento dei costi può essere considerato fisiologico».

Il notaio che ha verbalizzato l’assemblea del 30 aprile si è preso 30 giorni di tempo per depositare gli atti; solo dopo questa fase il consiglio di amministrazione potrà decidere se procedere o meno nell’azione di responsbilità.

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