Partigiani torturati a Palmanova: tutti i segreti del museo

Avviato l’iter, il sindaco spera di far partire i lavori nel 2016. Ottomeni: «Alla Piave trovai uno strumento, ce l’ha l’Anpi»
Palmanova 27 aprile 2015 caserma piave Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco
Palmanova 27 aprile 2015 caserma piave Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco

PALMANOVA. L’iter è avviato e il 2016 potrebbe essere l’anno dell’inizio dei lavori per realizzare, all’ex caserma Piave, il Museo regionale della Resistenza. Alcuni finanziamenti già ci sono. Precisa il sindaco Francesco Martines: «La scelta di ospitare qui il museo è stata condivisa da tutti i comuni della Bassa friulana e oltre, dalla Provincia e dalla Regione. Allo scopo abbiamo già ottenuto 170 mila euro dalla Regione, 15 mila dalla Provincia. Qualche altro contributo potrebbe arrivare ancora e altri fondi li stanzieremo come Comune. La fase progettuale è in corso. Confido che il 2016 possa vedere l’avvio dei lavori».

L’ex caserma Piave, che dal settembre 1944 ospitò un organizzato centro di repressione anti-partigiana, conserva ancora le celle nelle quali i partigiani furono imprigionati e torturati. Qui 465 persone, tra uomini e donne, trovarono la morte. A essi si aggiungono i resti di chi non fu identificato. Sulle pareti delle celle ancora si leggono le frasi, i nomi, le scritte tracciate dai prigionieri. Il museo (nella sua parte esterna e interna) consentirà al visitatore di entrare in questi luoghi e al tempo stesso di poter leggere e comprendere, grazie a pannelli illustrativi, percorsi didattici, materiale multimediale, la storia della Resistenza nella nostra regione.

Qui troveranno spazio documenti, memorie, materiale fotografico. Tra i reperti potrebbe esserci anche uno strumento di tortura che venne rinvenuto all’indomani della Liberazione nelle celle e che fu consegnato all’inizio degli anni Sessanta all’Anpi di Udine. Spiega Benito Ottomeni che affidò quella testimonianza nelle mani del presidente Federico Vincenti: «Quell’oggetto mi fu consegnato da Daniele Muratori che lo ritrovò il 30 aprile alla Piave e io a mia volta lo diedi all’Anpi affinché, come ha effettivamente sta facendo, lo custodisse. Quando sarà realizzato il Museo della Resistenza sarebbe bello e significativo che tornasse alla Piave».

Intanto il Comune si sta attivando perché la memoria di quanto accadde alla Piave non vada perduta. E così, accanto alle cerimonie commemorative del 25 aprile, ha programmato un’iniziativa oggi pomeriggio, perché fu proprio nella notte tra il 27 e il 28 aprile 1945 che gli uomini dei Gruppi di azione partigiana fecero ingresso nella caserma Piave. Alle 18 è previsto il raduno di cittadini e autorità all’ingresso della Piave. Seguirà la deposizione delle corone ai monumenti ai caduti e agli ossari presenti sul territorio comunale. Alle 18.45 alla Piave saranno deposti fiori davanti alle celle.

La professoressa Monica Emanuelli, direttrice dell’Istituto friulano per la storia del movimento di Liberazione, terrà un’orazione accompagnata dall’intervento del Coro popolare della Resistenza di Udine.

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