Parolacce e insulti all’arbitro, bufera sul Fontanafredda

Sacile, la denuncia di un genitore: l’allenatore degli esordienti l’ha definito «un terrone». I rossoneri: prediamo atto, faremo un’indagine interna



SACILE. Imprecazioni e insulti a bordo campo nel match della squadra esordienti “Sacilese 2007”, nel pomeriggio di sabato 9 novembre, sull’erba sintetica del campo esterno XXV Aprile.

Un insulto diretto a centro campo, dopo una svista presunta dell’arbitro, sentito da genitori e ragazzini sarebbe stato: «Quello è un terrone». L’effetto è peggio di un rigore perché la bufera è scoppiata nel dopopartita.

«Quello spifferato nella panchina avversaria degli esordienti della “Sacilese 2007” è stato un insulto – ha denunciato un papà, G.P., di Sacile –. Pronunciato dal tecnico del Fontanafredda 2007 a due passi dai ragazzini del vivaio, che tanti hanno sentito: “Arbitro terrone”. Ma che esempio offre quell’allenatore agli undicenni?».

Un brutto esempio. «L’arbitro non sembra abbia sentito il “terrone” sibilato dal tecnico della squadra under12 che giocava fuori casa contro i nostri ragazzi della Sacilese 2007 – aggiunge il genitore –. Quel tecnico aveva sferrato prima un pugno alla panchina dopo un gol messo a segno dai nostri ragazzi. Posso capire la foga, ma non la giustifico: le squadre giovanili hanno diritto a esempio di correttezza e autocontrollo in campo e negli spogliatoi». Il papà non ha lasciato perdere. «Ho spedito alla Sacilese Calcio la sintesi dell’accaduto Inoltrerò anche una segnalazione alla Figc, la Federazione italiano giuoco calcio».

Una parolaccia durante una partita, anche se “tirata” come è stata quella giocata sabato può scappare. «Il tecnico della squadra esordienti avversaria esprimendosi in modo poco sportivo ha suscitato sentimenti di vero sdegno – ancora il papà –. Chi dovrebbe essere di esempio per i ragazzi, si esprime con parole e modi disdicevoli e volgari.

Il “mister” ha definito l’arbitro con parole offensive per il semplice fatto che risulta di origini meridionali. La logica razzista è questa: se l’arbitro commette una svista è dovuta al fatto che, a parere del “mister” è un “terrone”. Non ci siamo».

Il caso potrebbe finire nel dossier della giustizia sportiva per “espressioni blasfeme” durante la gara, anche se il circuito è quello degli esordienti 2007.

«Chiedo rispetto, educazione e dignità per tutti – conclude il genitore, a nome di tante famiglie –. L’etica nello sport è una palestra di civiltà per il futuro dei nostri figli».

Sante parole, tanto che a Belluno qualche mese fa un parroco, don Lanfranco Rizza, ha bacchettato gli allenatori di calcio per le parolacce in campo.

E il Fontanafredda che dice? «Prendo atto delle dichiarazioni riferite dei genitori – puntualizza Francesco Ghedini, responsabile del settore giovanile dei rossoneri –. Farò un’indagine interna per verificare che cosa è successo». –


 

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