Parla il suo datore di lavoro: «Aveva le luci della bici accese»
SESTO AL REGHENA. La mancanza di Andrea Stefanuto la sentono tutti e tanto, nell’ambiente della Car International di Ramuscello di Sesto al Reghena, azienda di demolizioni che impiega una decina di...

SESTO AL REGHENA. La mancanza di Andrea Stefanuto la sentono tutti e tanto, nell’ambiente della Car International di Ramuscello di Sesto al Reghena, azienda di demolizioni che impiega una decina di operai. Il titolare Boris Sut non si dà pace per quanto accaduto. «Se non si fosse avviato con le luci di sicurezza accese sulla bici, l’avrei rimproverato. Ma, questo, lunedì sera non è avvenuto. Per questo non posso credere sia stata colpa sua, se è stato investito – ha detto Sut –. Uomo o donna che sia, giovane o vecchio non importa, mi auguro che chi l’ha investito si costituisca».
La strada regionale 463 è molto rischiosa da percorrere, soprattutto per chi va in bicicletta quando è buio. «Questo però non toglie che chi ha investito Stefanuto avrebbe dovuto fermarsi dopo l’impatto», ribadisce il titolare della Car International.
Attonito e sconcertato il fratello di Andrea, Jean Stefanuto, di origini francesi. Riesce a controllare la rabbia, ma dice «Chi ha investito mio fratello è senza cuore: si doveva fermare. Lo prevede il codice della strada, dovrebbe imporlo la coscienza. Sono stato avvertito della tragedia da un amico, mi sono precipitato sul posto. Mio fratello è stato travolto e dopo l’urto è stato sbalzato nel fosso a 10 metri di distanza. La bicicletta era distrutta. Spero venga fatta giustizia».
Andrea Stefanuto, che aveva 63 anni, aveva lavorato per la Grandi Lavori di Bologna nella realizzazione di strade in Libia e Arabia Saudita. Rientrato in Italia, aveva trovato impiego nell’azienda di demolizioni di Ramuscello.
Una famiglia la sua già segnata dalla sofferenza. La sorella di Andrea, da piccola morì annegata nel fiume Lemene, che scorre dietro la loro abitazione di Gruaro. Qualche anno dopo, il padre fece la medesima fine. Tempo fa, Andrea se la cavò senza gravi conseguenze dopo un incidente con il motorino, sempre rientrando dal lavoro: «Per questo motivo – conclude Boris Sut – preferiva spostarsi in bicicletta».
Rosario Padovano
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