Palasport dato in gestione: così acquisto impossibile

Balloch: la Eventi Cividale spa non è sottoposta a procedimenti fallimentari In consiglio l’opposizione insorge: il Comune deve recuperare quel bene

CIVIDALE

La giunta civica promette «massima attenzione alla vicenda, nel nome dell’interesse pubblico», ma nel contempo frena gli slanci della minoranza: a parere dell’esecutivo non vi sarebbero, infatti, gli estremi per esercitare il diritto di revoca della convenzione-contratto con la Sacaim, la società che ha edificato (e, finora, gestito, avvalendosi di un’ulteriore spa, la Eventi Cividale) il palazzetto polifunzionale e che da alcuni mesi si trova in regime di amministrazione straordinaria. Se ne è discusso ieri sera, in sede di consiglio comunale, in virtù di una doppia interrogazione presentata dal Partito Democratico (e sottoscritta dal capogruppo di Idv Carlo Monai).

«Con contratto datato 14 novembre 2001 – ha ricordato il sindaco Balloch – la gestione dell’impianto è stata affidata, appunto, alla Eventi Cividale, realtà che non risulta sottoposta ad alcun tipo di procedura fallimentare. Non vi sono, di conseguenza, i requisiti per procedere. La Sacaim, attualmente, è retta da tre commissari straordinari, con i quali – ovviamente – siamo intenzionati a interloquire. Cercheremo la soluzione più conveniente. Detto ciò, vorrei sfatare un mito: il monte ore che il Comune è tenuto ad acquistare per l’uso della struttura è un onere assolutamente sostenibile». Superfluo dire che l’opposizione non ha gradito. «La vostra risposta – ha attaccato il capogruppo, Rino Battocletti – è politicamente contraddittoria e del tutto insoddisfacente. La Eventi Cividale ha il complesso in gestione per conto della Sacaim: vi invito dunque a fare tutto il possibile per recuperare la disponibilità del bene, esercitando la facoltà di revoca del contratto. Se non attivate questo meccanismo e non liberate la città dal fardello pesantissimo di una scelta politica sbagliata vi assumerete una responsabilità ancora più pesante di quella che grava sull’amministrazione che vi ha preceduto. L’articolo 13 della convenzione – ha ribadito quindi – prevede la possibilità di revoca in caso di fallimento della concessionaria. Il Comune potrebbe entrare pienamente in possesso dell’edificio, così come per i plessi pertinenziali». E proprio su questi ultimi (ovvero i due casermoni aggiuntivi, mai aperti) si è incentrata un’ulteriore interrogazione a firma Pd: ma pure in questo caso è stata fumata nera. L’invito a impegnarsi per valutare le modalità di una ridestinazione d’uso dei fabbricati – l’ipotesi ventilata dalla minoranza puntava in direzione delle associazioni cittadine – è caduto nel vuoto. «Non possiamo farlo, essendo la gestione riservata al concessionario», ha dichiarato l’assessore al patrimonio Davide Cantarutti.

Lucia Aviani

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