PalaBigot: cattedrale nel deserto

Gentile, consigliere comunale ed ex speaker: eppure la piccola Sassari è ai vertici

GORIZIA. Il vuoto lasciato dalla scomparsa della Pallacanestro Gorizia alimenta oggi anche un altro problema il sottoutilizzo del PalaBigot. Una questione che preoccupa è che andrebbe risolta il prima possibile secondo quanto rimarca il consigliere comunale del Popolo di Gorizia Fabio Gentile, assessore fino al 2012 nella prima giunta Romoli nonché storico appassionato del basket cittadino (era lo speaker del PalaBigot nell’ultima stagione e vanta anche un passato di buon livello come arbitro, fino alla B2).

«Da quanto mi risulta, nonostante i lavori di ristrutturazione conclusi più di un anno fa, ancora non è stato risolto il problema dei limiti imposti dalle normative che di fatto riducono l’agibilità a una soglia massima di mille spettatori – premette Gentile -. Questo è uno dei motivi che impediscono di valorizzare quella che sarebbe una struttura polifunzionale ideale non solo per lo sport ma anche per concerti di richiamo. Andrebbero fatti degli investimenti ulteriori per consentire un pieno utilizzo. Sulla questione PalaBigot l’operato di questa amministrazione comunale non è stata fino ad ora esente da critiche e anch’ìo, che sono stato assessore fino a due anni fa, ammetto che le cose non sono andate come ci aspettavamo. Teniamoci stretta l’Ardita che seppur in serie C nazionale continua a far vivere il PalaBigot e sta facendo un lavoro eccellente con il vivaio».

«A proposito di vertice, dopo 15 anni posso dire che il rimpianto è ancora grandissimo per tutti i goriziani – continua Gentile -. Da speaker di quell’ultima stagione, oltre che da grande tifoso, ho ricordi indelebili. Penso a quella vittoria contro la super corazzata Benetton e, su tutti, all’incredibile canestro da 3 di Stazic all’ultimo secondo che regalò un successo leggendario contro la Kinder Bologna di Danilovic, campione d’Europa. E poi, tornando al passato, lo spareggio salvezza contro Trieste giocato a Bologna. Da allora è cambiato tutto, e sono usciti di scena gli imprenditori che investivano nel basket del Nord est, penso non solo a Terraneo ma anche a Stefanel, Snaidero, Benetton. È cambiato l’intero movimento ma i piccoli “miracoli” esistono ancora, come Sassari, squadra con la quale tra l’altro eravamo gemellati». (pi.ta.)

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