Ospedali, legionella nell’acquaa San Vito, Maniago e Spilimbergo

Le analisi su alcuni campioni d’acqua calda prelevati negli ospedali di San Vito, Spilimbergo e Maniago hanno riscontrato la positività alla Legionella Pneumophila, batterio che, se sottovalutato, può generare la patologia infettiva della legionellosi. Ieri, il dirigente medico ospedaliero, Roberto Celotto, ha dato istruzione al personale dei nosocomi sulle dovute precauzioni da adottare.
SAN VITO.
Le analisi su alcuni campioni d’acqua calda prelevati negli ospedali di San Vito, Spilimbergo e Maniago hanno riscontrato la positività alla Legionella Pneumophila, batterio che, se sottovalutato, può generare la patologia infettiva della legionellosi. Ieri il dirigente medico ospedaliero, Roberto Celotto, che comunque rassicura che la situazione verrà tenuta monitorata e sotto controllo, ha dato istruzione al personale degli ospedali sulle dovute precauzioni da intraprendere.


«E’ un problema che interessa praticamente gli impianti idrici di tutti gli ospedali – spiega Celotto –, nessuno dei quali può considerarsi immune, ma a volte non vengono neanche compiute le analisi. Quando le analisi, come in questo caso, segnalano una presenza alta del batterio, si procede con interventi di iperclorazione dell’acqua e con misure di precauzione, come da protocollo».


La legionellosi è spesso sottostimata, ma può generare diverse malattie, soprattutto la polmonite, in soggetti a rischio. Se si riscontra il contagio si ricorre a una terapia antibiotica. La legionella si forma nell’acqua, specialmente stagnante (laddove sono presenti flora batterica o organismi unicellulari ne è facilitata la moltiplicazione). Nello specifico, si forma nei rami degli impianti vecchi o abbandonati.


L’infezione si contrae per via respiratoria, mediante inalazione di goccioline o di particelle di polvere da esse derivate per essiccamento, quindi sia spruzzando l’acqua sia facendola gorgogliare, o per impatto su superfici solide (aerosol). La trasmissione interumana è giudicata improbabile.


Celotto ha quindi indicato misure di accertamento e prevenzione: bisognerà sospettare della patologia nei casi di polmoniti insorte durante il ricovero, soprattutto a carico dei pazienti a rischio (come quelli che presentano malattie croniche, immunodepressi, post-trapiantati), attivare poi opportune indagini di laboratorio (ricerca dell’antigene urinario) e cominciare la terapia antibiotica in caso di contagio.


Per prevenzione, ai pazienti a rischio sarà ridotta la possibilità di utilizzo delle docce, mentre in generale si sconsiglierà di bere direttamente dai rubinetti, utilizzando un bicchiere, e ci si dovrà servire di acqua sterile per l’attrezzatura ospedaliera. E’ stato poi disposto di far pulire i rubinetti con anticalcare almeno una volta ogni 6 mesi e di fare scorrere l’acqua abbondantemente.


Il dipartimento tecnico era già stato allertato, per provvedere a effettuare interventi di messa in sicurezza dell’impianto idrico: a San Vito, era già preventivata una spesa di 9 milioni di euro per gli impianti, che a Spilimbergo, invece, possono considerarsi nuovi, e quindi lì ci si limiterà all’iperclorazione. «L’acqua è comunque sicura (le analisi sulle falde dicono che è ottima) – rassicura Celotto –, ma per l’alto livello di legionella riscontrato sono necessarie le precauzioni e la disinfezione. Quando si procederà con l’iperclorazione, saranno informati i pazienti di non bere».


Andrea Sartori
Argomenti:sanità

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