Ortopedia perde un pezzo: il dottor Tomasi in Veneto

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Non è la prima volta e non sarà l’ultima, che dalle strutture sanitarie locali se ne vanno professionisti di cui era riconosciuta la competenza. Ma c'è già chi parla di “fuga” dal presidio ospedaliero di San Vito e Spilimbergo.
Versione bocciata dai vertici dell’Azienda per l'assistenza sanitaria, che invece parlano di possibile attrazione di nuovi medici. Insomma, per qualcuno che se ne va, altri sarebbero pronti a entrare. In particolare, una “fonte” da cui attingere, prossimamente, potrebbe essere il Portogruarese.
Specialista in Veneto. La questione emerge dalla notizia che il dottor Andrea Tomasi, specialista in ortopedia e traumatologia, noto in particolare per le competenze sull’intervento e la terapia delle patologie della spalla, lascia il presidio ospedaliero di San Vito e Spilimbergo, diretto in una struttura veneta.
«Operatori bravi e preparati se ne vanno – osserva Luigi Zoccolan (Associazione per il rinnovamento della sinistra) – Perché c'è questa fuga? Occorre favorire le condizioni per cui non si verifichi». Le strutture di ortopedia sanvitese e spilimberghese sono riconosciute come efficienti e nei due ospedali si registrano numeri importanti di interventi (circa 3 mila annuali, tra le due sedi) e visite (oltre 25 mila).
Con consistenti entrate per le casse aziendali. In certi ambienti si mormora di meccanismi per fare in modo che sia favorita Pordenone (ospedale centrale, in provincia, dal quale di fatto dipendono, da qualche anno, le attività nei nosocomi più piccoli) in termini di interventi e visite, depotenziando di fatto, di conseguenza, San Vito e Spilimbergo.
La direzione sanitaria. Non stanno così le cose per il direttore sanitario dell’Aas 5, Giorgio Simon, il quale nega che ci si trovi in presenza di una fuga di medici.
«Quella di Tomasi è una scelta personale, di carattere professionale – osserva Simon – Non siamo certo di fronte a una fuga. Tomasi verrà sostituito, considerando anche che ortopedia è cresciuta nel corso dell’anno, e abbiamo altri ottimi medici ortopedici. La chirurgia della spalla è comunque garantita».
Questo sul caso particolare. Parlando in generale, Simon osserva: «Guardando ai numeri, se su 3.800 dipendenti quattro o cinque in un anno si muovono, puntando a trasferirsi in altri ospedali, non sembra si possa parlare di fuga. Ancor di più considerando che, per cinque che se ne vanno – quello di Simon è un esempio – dieci vogliono venire qui. Anzi, viste le incertezze che ci sono a Portogruaro, potremmo avere proposte da quella zona».
Gli ospedali del Veneto orientale sono oggetto di progetti di riorganizzazione. «Si consideri, inoltre, che dall’inizio dell’anno, a livello di azienda sanitaria – conclude Simon – abbiamo assunto cento persone».
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