Ore 12, sfila il Friuli: a L'Aquila è invasione di alpini

Nella città abruzzese è arrivato il grande giorno: penne nere da ogni paese dell'Italia

dal nostro inviato

«La ringrazio di aver deciso di venire qui»: queste otto parole sono state dette al sottoscritto da una signora che stava scendendo dalla corriera che riportava, sempre il sottoscritto, al campo base che si trova a 25 chilometri dal cuore dell’88ª adunata nazionale degli alpini.

Nel tragitto comune avevamo chiacchierato dell’evento come si può parlare tra sconosciuti che sapranno di non rivedersi più. E tutto era nato da lei che voleva sapere qual era la provenienza di chi scrive.

Ecco, quelle otto parole possono bene descrivere il clima umano che circonda gli alpini nel capoluogo abruzzese.

A conferma sono venuti anche dei brandelli di conversazione colti qua e là che in sintesi dicevano: sì, la nostra vita è stravolta per qualche giorno, ma alla fine il bilancio è positivo.

Con parole che sostanzialmente promuovono la figura degli alpini. Sì, non sono (siamo) perfetti, ma i nostri difetti sono sostanzialmente nel complesso più che sopportabili.

Certo, c’è anche chi vi vede solo ed esclusivamente un’occasione commerciale, la possibilità di spremere quegli “ingenui” degli alpini: lo abbiamo provato personalmente.

Comunque, la vigilia della giornata clou era cominciata lasciando presagire una sfilata sotto la pioggia, quasi un’usanza: si pensi a Pordenone. Il via sotto le nuvole e la conclusione sotto acqua a secchi rovesci. Per fornire l’ennesima prova che «gli alpini non sono solubili in acqua».

Adunata 2015, parla il presidente della "Carnica"

Nuvole plumbee incombevano dal cielo dalle prime luci del giorno e un vento freddo soffiava a tratti aiutando le temperature a restare basse. Imperterriti però gli arrivi degli alpini continuavano e continuano. Anche se per quanto riguarda i friulani ormai dovremmo essere più che a buon punto.

La storia: quella gavetta sul Golico

I programmi stilati nelle varie località che accolgono le penne nere delle sezioni della Piccola Patria sono proseguiti e proseguono come da tabella di marcia quasi facendo “rivivere” lo spirito di quelle comunità.

I commenti sono entusiasti come prova quello di Sergio Panuello segretario della sezione di Udine di stanza a San Demetrio Ne’ Vestini.

Ecco, forse quella de L’Aquila può essere l’adunata che cristallizza l’evoluzione e il mutamento di questo evento. Una volta appuntamento quasi esclusivo per chi aveva indossato sotto le armi il cappello con la penna nera (per l’amor del cielo non parlate di piume: il meglio che vi può capitare è di essere guardati con benevolenza pietistica), molto maschile e cameratesco, ora spunto per una gita con tutta la famiglia per fare turismo non banale, anche perché magari certi luoghi non sarebbero stati presi in considerazione.

Dentro la città fantasma cacciati dalla zona rossa

La prova è fornita dal netto aumento della presenza di donne, mogli e fidanzate (le prime meno scansabili delle seconde), ma anche figlie. E pure di giovani che per ragioni anagrafiche non hanno avuto il battesimo della naja per chiamarsi alpini, ma che hanno deciso di aggregarsi per vivere l’adunata come quel nostro conoscente veneto, incrociato nel pomeriggio, che lavora a Udine e che si è aggregato con il gruppo di Mansué.

È chiaro c’è qualcuno di questi, ma anche tra gli alpini più giovani, che approfitta dell’appuntamento dell’adunata per tre giorni di bagordi soprattutto alcolici, con scene anche molto disdicevoli. Ma ogni regola – come ben sappiamo – ha la sua eccezione, anche tra le categorie di persone.

E a proposito se vedete facce troppo giovani sotto un cappello d’alpino originale è molto probabile che non sia una penna nera con i crismi voluti dall’ortodossia alpina.

«All’Aquila dove il terremoto ci unisce»

Del resto, come dicono i veterani delle adunate, se vedi una faccia nuova molto probabilmente è finta: l’obbligo del servizio di leva è stato sospeso dal 1º gennaio 2005.

E mentre L’Aquila si prepara alla giornata campale di oggi, paralizzandosi con il passare delle ore della vigilia (il presidente della sezione carnica Umberto Taboga qualche appunto alla cornice dell’adunata lo fa, si veda la videointervista sul sito) il sole fa capolino tra le nubi lasciando sperare che le previsioni che annunciano una domenica senza pioggia siano vere.

Le sezioni del Fvg sfileranno a partire dalle 12, orario peraltro indicativo, come anche Pordenone nel 2014 ha confermato.

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