Operaio muore schiacciato mentre lavora: stava liberando il camion dai detriti
La vittima è Roberto Marcon, 43 anni, di San Vito. La prima ricostruzione: forse colpito dalla benna di una ruspa

Infortunio mortale sul lavoro, ieri, lunedì 24 settembre, poco dopo le 11 in via Versutta, al confine tra Casarsa e San Vito. A perdere la vita, schiacciato tra due mezzi, è stato il camionista sanvitese Roberto Marcon, 43 anni, alle dipendenze della Ghiaie Ponte Rosso, che ha sede nella vicina zona industriale Ponterosso. Una persona molto conosciuta a San Vito per la sua simpatia e il suo impegno nel lavoro.
Con un collega - D.V., 58 anni, di Concordia Sagittaria -, Marcon stava lavorando per sistemare una strada sterrata privata, in un vigneto di un’azienda agricola con accesso in via Versutta, in comune di Casarsa, a pochi metri dal confine con San Vito. Le operazioni consistevano nello sbancamento e reinterramento con materiale di bonifica. Marcon era alla guida di un camion con rimorchio, riempito di inerti dall’escavatore manovrato dal collega veneto. A un certo punto, stando alla ricostruzione dell’accaduto, Marcon è sceso dal camion per liberare dai detriti la parte posteriore del camion, così da non perderli per strada una volta ripartito.
Purtroppo, sul camion non è mai risalito. L’ipotesi è che, per cause in corso di accertamento, Marcon sia stato accidentalmente urtato dalla parte posteriore della macchina operatrice cingolata, per finire schiacciato contro una sponda del camion.
Il collega inizialmente non si è accorto di nulla. Poi, avendolo notato a terra, ha allertato immediatamente i soccorsi. Sul posto, i vigili del fuoco di San Vito, un’ambulanza del pronto soccorso di San Vito, un elicottero del 118 da Trieste, i tecnici del Servizio di prevenzione igiene e sicurezza in ambienti di lavoro (Spisal), il medico legale Lucio Bomben e, per i rilievi e gli accertamenti, i carabinieri della stazione di Casarsa, al comando del maresciallo Stefano De Luca, coadiuvati dai colleghi della stazione di San Vito.
Vani i tentativi di rianimazione a opera di sanitari e vigili del fuoco, prodigatisi per un’ora per tentare di salvare la vita a Marcon. Subito dopo i primi accertamenti, è stata esclusa l’ipotesi che all’inizio sembrava la più accreditata, ovvero che Marcon fosse venuto accidentalmente in contatto con alcuni fili elettrici divelti dall’escavatore, visibili a terra. Le immediate verifiche, contattando anche Enel, hanno permesso di accertare che non c’era corrente elettrica. Subito, invece, sono risultati evidenti i segni da schiacciamento sulla vittima. Andranno chiarite la posizione di Marcon e altre circostanze al momento dell’incidente. Sul posto non c’erano altre persone, oltre a Marcon e al collega veneto.
Sul luogo dell’infortunio si è precipitato il titolare di Ghiaie Ponte Rosso, Arrigo Marcon, inevitabilmente scosso. La procura ha aperto un fascicolo d’indagine per l’ipotesi di reato di omicidio colposo: l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto a garanzia delle tutele difensive e consentirà di poter nominare esperti di parte negli accertamenti anatomopatologici che saranno disposti. E’ infatti probabile l’ispezione esterna del corpo di Marcon. Nel frattempo, l’area dell’incidente è stata posta sotto sequestro.
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