Omicidio Tulissi, un video per smontare le accuse a Calligaris: «Arrivò dopo gli spari»

MANZANO. Non erano i colpi di arma da fuoco che uccisero Tatiana Tulissi quelli che Maria Regina Genunzio sentì provenire da villa Calligaris la sera dell’11 novembre 2008, ciò che udì l’anziana vicina fu il “backfire”, il ritorno di fiamma, provocato da un Buggy fermo davanti al cancello della villa.
È questa la tesi che i difensori di Paolo Calligaris – l’imprenditore cinquantenne che il gup del tribunale di Udine ha condannato a 16 anni di reclusione per omicidio volontario della compagna, freddata con tre colpi di pistola sull’uscio di casa – hanno cercato di dimostrare dinanzi ai giudici della corte dell’Assiste d’Appello di Trieste in un’udienza fiume iniziata ieri alle 9 e proseguita fino a sera.
La strategia inaugurata dagli avvocati Rino Battocletti e Alessandro Gamberini, che con la collega Cristina Salon difendono Calligaris, è partita con la proiezione di un documento con traccia audiometrica nella quale la difesa, attraverso il consulente, l’ingegner Filippo Ciroi, ha riprodotto i rumori del Buggy, il mezzo utilizzato dal figlio di Calligaris, con la marmitta difettosa che produceva dei ritorni di fiamma. Sarebbero stati quelli, sostiene il collegio difensivo, i rumori avvertiti dalla teste chiave dell’accusa. Sul filo della ricostruzione di quegli scoppi, arricchita dalle misurazioni effettuate dall’Arpa, si è sviluppato il confronto fra consulenti e si sono inserite le diverse versioni fornite da quello nominato dall’accusa, il professor Lamberto Tronchin, e da quello incaricato dalle parti civili, l’ingegner Paolo Pascolo.
Ma per le difese, la ricostruzione esibita sarebbe in grado di scagionare Calligaris e ribaltare la sentenza emessa in primo grado in un processo che, secondo l’avvocato Gamberini «ha avuto un esito del tutto contraddittorio».
«In aula ci siamo soffermati su uno degli aspetti dell’ambito di un processo indiziario che presenta molti altri profili importanti di cui parleremo in sede di discussione – commenta Battocletti –, quelli uditi dalla testimone non erano i colpi di pistola, esplosi prima che Calligaris arrivasse alla villa, ma i rumori prodotti dal mezzo».
Si tornerà in aula il 30 ottobre per la requisitoria del pm Marco Panzeri, poi il 6 novembre toccherà alle parti civili assistite dall’avvocato Laura Luzzato che rappresenta la madre di Tatiana Meri Conchione, presente anche ieri in aula, e i fratelli.
Altre due udienze sono state calendarizzate per le difese nelle settimane successive: l’intento è quello di giungere a una sentenza entro la fine dell’anno.
Accanto a Paolo Calligaris, nei confronti del quale non è mai stata disposta la misura cautelare in carcere, c’erano la moglie e la sorella.
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