Oltre tremila bimbi nati prematuri si ritrovano insieme

UDINE. Più di tremila piccoli giganti, tanti sono i bimbi prematuri salvati dal reparto di Patologia neonatale dell’ospedale di Udine in un decennio di attività.
Si sono dati appuntamento in occasione della nona festa della Neonatologia, programmata per sabato 3 settembre, a partire dalle 15, nel viale principale dell’ospedale Santa Maria della Misericordia.
A radunarli sarà un semplice passaparola e la volontà di contribuire a una raccolta di fondi per aiutare l’ospedale di Udine a salvare altre giovani vite, neonati che, alla nascita, pesavamo anche solo mezzo chilo.
L’anima del progetto, come sempre, è l’associazione “Il paese di Lilliput”, un gruppo di genitori che in un quadriennio ha raccolto 87 mila euro per finanziare l’acquisto di attrezzature salvavita.
«Ogni anno ricoveriamo nella nostra terapia intensiva neonatale 310-320 bambini – tira le somme il direttore del reparto Luigi Cattarossi –, anche quest’anno saremo su questi livelli. Per neonato prematuro, o meglio pretermine, si intende un bimbo che nasce prima della 37ma settimana di età gestazionale. Ovviamente esistono diversi gradi di gravità della prematurità: minore è l’età gestazionale, maggiori sono i rischi di morte o di esiti invalidanti.
«Le cause della prematurità sono molte – aggiunge il primario – possono essere di origine materna (incontinenza cervicale, malformazioni uterine, impianto anomalo della placenta) o fetali. Molto frequente nella prematurità grave è l’infezione della placenta e dei suoi annessi (corioamnionite) che determina l’avvio del parto pretermine. La prematurità in percentuale rimane sostanzialmente invariata nel tempo (7-8% di tutti i nati). La percentuale di sopravvivenza nella prematurità varia a seconda della età gestazionale. Se prendiamo in considerazione la categoria del neonati di peso inferiore ai 1.500 grammi, la più fragile, la sopravvivenza oggi varia dall’85 al 90 per cento».
Ed è proprio grazie alla generosità delle famiglie di tutti i neonati, così attaccati alla vita da vincere una sfida difficile appena venuti al mondo per diventare bimbi e adolescenti del tutto normali, che negli anni la Neonatologia è stata dotata di un simulatore per fare formazione a medici e infermieri da 20 mila euro, di una stanza per le mamme che oggi viene costantemente usata dalle madri dei piccoli pazienti per la quale sono stati spesi altrettanti soldi, da un elettroencefalogrago che costava 22 mila euro più una borsa di ricerca sull’elettroencefalografia, tanto per citare alcuni dei progetti dell’associazione Il paese di Lilliuput.
«La nostra ultima sfida – ragguaglia la presidente dell’associazione Marianna Zanetti – riguarda l’acquisto di un total body, un materassino che riduce la temperatura corporea del neonato in stato di ipossia, ovvero in carenza di ossigeno, portandola a 34 gradi e riducendo così i danni cerebrali. Un’attrezzatura di cui l’ospedale è sprovvisto e che acquisteremo». L’investimento è di 25 mila euro, ma l’associazione si è mobilitata da tempo per sostenere la spesa.
La festa della Neonatologia potrebbe dare una spinta anche a questo progetto. Sarà un pomeriggio dedicato alla spensieratezza e al confronto fra le famiglie di ex neonati prematuri. Certa la presenza del mago Ursus, del truccabimbi, la merenda, i giochi e i clown che allieteranno il pomeriggio.
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