Ok alla riforma Ater: stretta sugli stranieri e sfratto per chi commette violenza

UDINE. L’aveva annunciato il presidente della Regione Massimiliano Fedriga presentando in aula, a fine maggio, il suo programma di Governo: «Prima i friulani nell’accesso all’edilizia agevolata».
La proposta era quella di creare un sistema che premiasse gli anni di residenza in Fvg. Applicando così il “welfare padano”. E così è stato.
GLI ALLOGGI ATER A DISPOSIZIONE IN FVG
- Trieste 12.423
- Udine 7.604
- Gorizia 4.618
- Pordenone 3.802
- Alto Friuli 1.102
Venerdì 7 settembre la giunta ha predisposto un disegno di legge che punta a modificare la riforma delle politiche abitative approvata dal precedente esecutivo, portando da 2 a 5 gli anni minimi di residenza in regione (negli ultimi 10 anni prima dell’apertura del bando) per accedere ai contributi di edilizia agevolata, ricevere un bonus per l’affitto o acquisire il diritto a occupare un alloggio Ater.
GLI ALLOGGI ATER ASSEGNATI IN FVG
- Trieste 10.633
- Udine 7.229
- Gorizia 3.879
- Pordenone 3.542
- Alto Friuli 1.018
«Questo – ha spiegato l’assessore regionale al Territorio Graziano Pizzimenti che ha predisposto il documento – per non penalizzare chi risiede in regione e che magari è stato costretto a trasferirsi temporaneamente per motivi di lavoro».
GLI ALLOGGI ATER: DOMANDE IN LISTA D'ATTESA IN FVG
- Trieste 3.528
- Udine 1.438
- Gorizia 1.471
- Pordenone 1.791
- Alto Friuli 156
Sono dunque state superate le precedenti prescrizioni che prevedevano due anni per accedere al welfare, tetto fissato dopo che all’epoca del governatore Renzo Tondo il requisito previsto dei 10 anni di residenza era stato cassato dalla Corte costituzionale.
Una riforma puntuale della legge 1/2016 («per quella complessiva siamo già al lavoro») che prevede altre due novità.
La prima riguarda l’obbligo per gli stranieri di documentare l’assenza di altre proprietà immobiliari all’estero, con attestazione tradotta in lingua italiana rilasciata dall’ambasciata del Paese di provenienza e di origine.
«Per tutti il requisito per accedere alle agevolazioni consiste nel non essere già proprietari, né in Italia né all’estero, di altri alloggi, purché non inagibili – ha poi spiegato l’assessore – ma per i cittadini stranieri bastava un’autocertificazione.
Finora uno straniero poteva ottenere un alloggio popolare semplicemente dichiarando di non possedere altre abitazioni, né in Friuli Venezia Giulia né nel suo Paese d’origine».
Autocertificazioni, come constatato dagli uffici competenti, che talvolta sono risultate false ma «soprattutto sono spesso impossibili da verificare».
Da qui dunque la previsione che tutti i cittadini non appartenenti all’Unione europea presentino una documentazione ufficiale.
La seconda, invece, prevede che l’assegnazione dell’alloggio sia revocata per gli autori di delitti di violenza domestica con l’allontanamento della persona condannata e il trasferimento della titolarità del contratto Ater ai familiari che di quella violenza sono stati vittime.
«L’alloggio – ha spiegato – sarà tolto a chi commette violenza, le altre persone conviventi non perdono il diritto all’abitazione e subentrano nella titolarità del contratto».
L’iter, dunque, proseguirà con l’approdo della riforma dei criteri di accesso alle case Ater nel prossimo Consiglio regionale. La giunta Fedriga è già al lavoro per presentare nei prossimi mesi una riforma più organica che ha come obiettivo «la razionalizzazione della gestione e dell'organizzazione delle Ater».
«Con questa modifica puntale della legge – ha poi commentato Pizzimenti –, prima di tutto abbiamo voluto fare chiarezza su alcune normative vigenti e, soprattutto, abbiamo voluto dare una risposta alle esigenze delle famiglie italiane residenti da sempre nella nostra regione».
In attesa dell’approvazione in Consiglio regionale, la giunta Fedriga aveva “congelato” l’uscita di nuovi bandi per l’assegnazione di alloggi popolari. Bandi che saranno sbloccati non appena l’aumento da due a cinque anni di residenza diventerà legge.
«Questione di tempi brevissimi», ha assicurato infine l’assessore al Territorio.
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