Offese al presidente, l’Ana sospende un alpino friulano

UDINE. Colpevole di avere attribuito al presidente nazionale dell’Ana, Corrado Perona, una “caparbia cecità” e di avere poi rincarato la dose, parlando anche di una “palese incapacità di valutare i fatti per quello che sono”. Colpevole, insomma, di “lesa maestà”. E, quindi, meritevole di condanna: dodici mesi di sospensione, in aggiunta a quelli già scontati a partire dallo scorso mese di luglio.
Si è conclusa così la vicenda para-giudiziaria di Mattia Uboldi, il consigliere sezionale e segretario della sezione Ana di Udine, finito al centro di un procedimento disciplinare, con l’accusa di avere dato dei “mafiosi” al presidente Perona e a tutto il suo Consiglio direttivo, nel corso di un diverbio scoppiato a Torino, lo scorso maggio, nei giorni dell’Adunata nazionale, e di avere fatto circolare un volantino di contestazione alla mini-naja, di cui era stato indicato come l’autore e sul quale lo stesso Perona era tacciato “di avere svenduto vivi e morti per la campagna politica del ministro La Russa”.
Il verdetto è stato pronunciato nei giorni scorsi, a Milano, dall’Organo disciplinare di primo grado dell’Ana, di fronte al quale la penna nera friulana si era presentata per le udienze di luglio e novembre. Era stata la stessa presidenza nazionale a denunciare il caso, riferendo i due episodi e invocando un’adeguata “punizione”.
Ma a “incastrarlo” non sarebbe stata nessuna delle due circostanze contestate, bensì la lettera del 15 maggio, che Uboldi inviò al Consiglio di presidenza della sezione, al consigliere nazionale Chiofalo e a Perona, per negare la paternità del volantino, ma anche «per dichiararsi d’accordo con il suo contenuto, con la sola esclusione del riferimento alle “piccozzate”». Da qui, le conclusioni dei soci giudicanti.
«Tutta la lettera - si legge nelle motivazioni - è infarcita di attacchi gratuiti e livorosi e segue il fil rouge di indiscriminata, generica, distruttiva e offensiva critica». Non meno ferma la reazione di Uboldi. «Non ho fatto altro che rispondere per le rime - ha detto - alle accuse infamanti e non provate che mi erano state mosse contro. E che ora sono persino smentite dalle motivazioni della “condanna”: io, certe cose non le ho dette, nè fatte».
La notizia, va da sè, ha riaperto una “ferita” che gli alpini friulani speravano finalmente rimarginata. «Sono sorpreso e rammaricato - ha commentato il presidente dell’Ana di Udine, Dante Soravito de Franceschi -. Pensavo che la vertenza si fosse chiusa con la sospensione dell’estate scorsa. Se Uboldi deciderà di ricorrere all’organo di secondo grado, avrà il nostro pieno sostegno morale».
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