Nuovo ospedale, lunedì riparte il cantiere I pazienti Covid potrebbero essere trasferiti

Ipotesi Udine o Trieste, se saranno pochi, per liberare spazi. Il direttore generale Polimeni: «Impareremo a conviverci»



Da lunedì saranno riavviati i lavori al maxi cantiere dell’ospedale e della cittadella della salute a un mese e mezzo dallo stop causa coronavirus. L’Azienda sanitaria Friuli occidentale (AsFo) guarda alla ripartenza delle attività sanitarie e alla nuova organizzazione della struttura, che in futuro potrebbe anche prevedere il trasferimento dei pazienti Covid ricoverati in città a Udine e Trieste.



Lavori di nuovo al via, dunque, dal 4 maggio, al nuovo ospedale. «Per noi – ha affermato il direttore generale dell’AsFo Jospeh Polimeni – è molto importante, è una macchina che riparte. Stiamo seguendo tutte le questioni contrattuali e l’impresa dovrà ottemperare a tutte le prescrizioni in termini di sicurezza. Prima le imprese cominceranno con le lavorazioni più semplici, per seguire poi un percorso che le porterà a regime nel giro di poche settimane».



«Oltre al maxi cantiere – ha proseguito Polimeni – ci sarà anche una progressiva ripresa dell’attività in ospedale. Il mondo non sarà più come prima e ci dovremo organizzare. Le regole non ci permetteranno di tornare subito a pieno regime». Anche in questo caso la ripresa sarà graduale, a partire dal 4 maggio, sulla scorta delle indicazioni fornite dalla Regione. All’Asfo ci stanno lavorando con la previsione di aumentare gradualmente, per la parte ambulatoriale e dei ricoveri, il tipo di priorità. Non secondario il rapporto con le strutture private convenzionate, che potranno riprendere le prestazioni secondo i ritmi dettati dalla Regione. In ospedale è stata rimossa dai volontari della protezione civile di Pordenone una delle due tende installate fuori dal pronto soccorso: serviva per i tamponi, che ora vengono effettuati in fiera. Rimane quella per il pre-triage dello stesso pronto soccorso, che potrebbe essere sostituita da un container o da un percorso interno. «Andiamo incontro a una fase in cui dovremo convivere con il virus» ha detto in proposito sottolinea Polimeni.



Se i numeri continueranno a scendere (sono una ventina i pazienti oggi ricoverati), una delle ipotesi è che possano essere chiusi i reparti appositi all’ospedale di Pordenone e che tali persone possano essere trasferite a Udine e Trieste, sedi di reparti di malattie infettive. L’AsFo ritiene che sarebbe antieconomico tenere un reparto, con spazi e personale, per pochi ricoverati: tanto varrebbe, in questa ipotesi, centralizzare e risparmiare spazi e risorse. Discorso diverso se i numeri dovessero rimanere costanti o, peggio, aumentare. Sono intanto in fase di dimissione i pazienti che si stanno negativizzando nelle strutture territoriali, la Rsa e l’hospice di San Vito: non sono previsti nuovi ricoveri perchè lo scopo è di far tornare i due reparti alla funzione originaria. —



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