Nudi in videochat, filmati e ricattati

Quando si dice che l’apparenza inganna: credevano di “dialogare” via chat con la donna dei sogni, invece sono stati raggirati e alleggeriti di somme in diversi casi anche consistenti. E alla fine, dopo essersi denudati ed essere stati filmati e ricattati, si sono trovati costretti a presentare denuncia, vincendo l’imbarazzo sperando che i responsabili possano essere assicurati alla giustizia. Già una decina di pordenonesi, dall’inizio dell’anno, si sono rivolti alla polizia postale di Pordenone. Di qui l’avvio di un’inchiesta, coordinata dal procuratore della Repubblica Marco Martani.
L’approccio. La “pesca” parte da social network, anche internazionali, come Facebook, Badoo e Bazoocam.org, siti che permettono di conoscere ragazze avvenenti e disponibili con la speranza di poterle facilmente incontrare (grazie a note biografiche spesso fasulle). Dopo aver contattato le giovani on line, l’amicizia viene approfondita su skype, come da richiesta delle ragazze abbordate, con la scusa di «potersi vedere reciprocamente in video chat». A quel punto la ragazza si presenta quasi nuda, in pose ammiccanti e in topless, e invita il malcapitato a denudarsi a sua volta. Difficile dire di no. Sollecitati dalle ragazze, molti si lasciano anche andare ad atti di autoerotismo.
L’estorsione. La vittima del raggiro non sa che la ragazza che vede nello schermo del computer non è la persona che lui pensa. Ciò che appare come un dialogo dai tempi giusti, in realtà, è un video pre-registrato. La parte offesa viene filmata, a sua insaputa, le immagini sono salvate dai criminali nei loro archivi e scatta l’estorsione. L’ignaro utente viene reindirizzato, attraverso un link, a un video totalmente diverso: clicca e si accorge che tutto ciò che ha compiuto fino a quel momento è stato registrato. Parte così la minaccia di diffondere le immagini imbarazzanti in rete, a meno che non si versino somme di denaro, la maggior parte delle volte 500 euro, in favore di cittadini stranieri residenti all’estero tramite Western Union. Ma l’estorsione non finisce qui. Le richieste di soldi, anche una volta ottenuti i 500 euro, continuano, e arrivano in alcuni casi anche al quintuplo di quanto chiesto inizialmente.
Le denunce. Chi troppo vuole, però, nulla stringe. Così, quando le richieste diventano troppo elevate, più di una vittima sceglie di vincere l’imbarazzo e venire allo scoperto. Una decina le persone che, dall’inizio dell’anno, hanno preso questa decisione, tutti uomini di età compresa tra i 30 e i 50 anni. La polizia postale ha accertato che i fatti hanno preso avvio nell’autunno 2013, per assumere una piega preoccupante a fine anno. A dicembre la sezione provinciale coordinata da Mauro Moreschi ha riscontrato i primi segnali del fenomeno che poi hanno dato avvio all’inchiesta. Rintracciare, però l’origine dei siti e l’identità dei truffatori non sarà facile. I collegamenti, infatti, sono tutti esteri e i beneficiari delle transazioni sono stranieri residenti fuori dall’Italia.
La raccomandazione. Considerata l’escalation di casi di questo tipo, la polizia postale consiglia di prestare molta attenzione alle chat e ai collegamenti video, specialmente con persone conosciute occasionalmente. In caso di dubbi o sospetti, gli investigatori invitano a telefonare al comando al numero 0434 222363.
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