Non solo viti, mais, soia: ora l'affare della cannabis parte anche a Sacile

Parla Claudio Da Pieve, il titolare di un’azienda agricola. «L’interesse per la nuova produzione cresce sempre di più»

SACILE. Viti, soia, granoturco e anche cannabis biomedicale: a Sacile è sbarcato il business della canapa. «Imprenditori agricoli della canapa anche a Sacile – dice Claudio Da Pieve che gestisce un’azienda leader nella coltivazione della canapa –.

Nell’area di San Odorico e Camolli si produce canapa a scopi terapeutici: il boom del settore è cominciato e siamo soltanto all’inizio». Sacile, Porcia, Pasiano, Fontanafredda: i campi si moltiplicano. «A Sacile sono ancora piccoli appezzamenti – indica Da Pieve – ma l’interesse per la nuova produzione è alto».

Il modello Da Pieve si impara sul campo a Ceolini e Porcia, dove le coltivazioni di canapa biomedicale sono intensive. «Coltivo quattro ettari e la canapa per il settore farmaceutico si concentra in due ettari e mezzo: viene esportata in Svizzera – ancora Da Pieve –. Nel settore sono stato un pioniere con la mia azienda, tre anni fa. La raccolta è di solito in settembre e la produzione si calcola in circa 5,8 quintali per ettaro».

Le aziende specializzate estraggono il cannabidiolo, che è un metabolita della “cannabis sativa”. Ha effetti rilassanti, anticonvulsioni, anti distonici, anti ossidanti, anti infiammatori, favorisce il sonno ed è anche consigliato come distensivo contro ansia e panico. «Benefici per la salute e mercato in crescita – considera Da Piave –. Quindi siamo soddisfatti, dopo tanti sacrifici e circa dieci ore al giorno di lavoro nei nostri campi e serre dove la coltivazione è varia. Per la cannabis ci “copiano” anche a Sacile e Pasiano».

La “cannabis light” è sbarcata in Friuli nel 2018 e la mappa dell “erba terapeutica” si allarga in Friuli occidentale. «Sono stato tra i primi – ricorda da Pieve – a sperimentare il nuovo prodotto». Il business ha radici anche negli spazi agricoli di Manzano, dove era stata autorizzata una delle prime piantagioni di “cannabis light”. I semi di solito vanno messi a dimora nelle vasche di torba, in serra.

«Basta un piccolo appezzamento per avviare un’annata prototipo – consigliano alcuni agricoltori nei campi tra Camolli e Cavolano –. Si può partire con qualche decina di piante di canapa e poi si aumenterà la produzione».

A settembre c’è il raccolto, poi vanno sul mercato le infiorescenze secche, sigillate con la didascalia di prodotto per uso biotecnico. A Sacile qualche anno fa era comparso anche un negozio per la vendita, chiuso dopo poco.


 

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