Non riesce a pagare le rate, pignorato il trattore
Dopo tre anni consecutivi di siccità e costi del lavoro in crescita a fronte del calo dei prezzi all’ingrosso, un agricoltore friulano proprio non è riuscito a saldare una delle 26 rate di quel trattore che usa per arare il terreno, seminare e a volte pure irrigare. Insomma, per fare il suo lavoro. Ma il creditore è inflessibile: pignoramento del mezzo. E così, quel contadino friulano, lo scorso fine settimana ha assistito alla vendita all’Istituto giudiziario dell’unico strumento che aveva per risollevare le sorti economiche della piccola azienda che conduce nella pianura friulana. «Avevo un nodo alla gola – ha raccontato – perché io per primo sono dispiaciuto per non avere onorato a un impegno preso. Quelle rate non riuscivo a pagarle, c’era da decidere se mettere il pane in tavola, pagare tasse e materia prima o la banca. Ma avrei provveduto a saldare tutto appena possibile. Solo che non c’è stato tempo. Purtroppo si stanno succedendo una serie di annate negative dal punto di vista climatico. La siccità va avanti da tre anni. E ora quest’inverno caldo non lascia bene sperare. Gli insetti sono ancora vivi, la pioggia da record caduta durante questi mesi non aiuta e le previsioni parlano di altre giornate così fino a maggio-giugno, quando arriverà il caldo torrido. Insomma, non un buon viatico per un contadino». Inevitabili, dunque, le difficoltà economiche. Accentuate dai prezzi pagati dai grossisti, diminuiti anche del 60%. «Ma appena mi sarei rimesso in sesto, avrei saldato tutti i miei debiti – continua l’agricoltore –. Ora però come posso lavorare se mi hanno tolto lo strumento principale? Come posso pensare di ripianare i miei debiti se ho visto vendere il mio trattore?».
Ecco perché il presidente di Confartigianato Udine, Graziano Tilatti, chiede con forza la creazione di una “bad bank”, una banca che incameri i crediti delle aziende e dia un po’ di respiro ai debitori. «Il credito è recuperato ma dilazionato nel tempo – spiega – perché nella stragrande maggioranza dei casi i debitori vogliono pagare, ma come possono farlo se il sistema toglie loro i mezzi per lavorare? La politica deve agire al più presto. La cosa che non sopportiamo per il nostro Paese è che con la stessa noncuranza con cui l’Italia trascura il suo immenso patrimonio storico, artistico e culturale, il nostro Stato continua a non puntare come dovrebbe su cultura, giovani e piccole imprese, sperperando la ricchezza di creatività e la voglia di fare incarnata da milioni di imprenditori». (m.z.)
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