No agli atleti africani a Trieste, la risposta della maratonina di Udine: "Da noi nessuna distinzione razziale"

Il direttivo dell'Associazione Maratonina si inserisce nel dibattito innescato dalla decisione assunta dagli organizzatori del Trieste Running Festival: "Si è sempre fatta attenzione a che i campioni fossero seguiti da manager seri, non da sfruttatori"
Bumbaca Gorizia 23.09.2018 Maratonina Udine © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 23.09.2018 Maratonina Udine © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

UDINE. «La Maratonina Città di Udine è competizione di livello internazionale e l'Associazione Maratonina Udinese, di conseguenza, invita puntualmente alla gara anche atleti africani, ben consapevole del fatto che rappresentano l'eccellenza nel settore della corsa. Si è sempre fatta attenzione, però, a che i campioni fossero seguiti da manager seri, non da sfruttatori».

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Il direttivo dell'Associazione Maratonina si inserisce nel dibattito innescato dalla decisione assunta dagli organizzatori del Trieste Running Festival, che ha precluso la partecipazione ai professionisti di colore. «Nessuna distinzione razziale - sottolineano con forza i componenti del direttivo - determina la scelta dei partecipanti alla mezza udinese. Altra cosa - puntualizzano poi - è la volontà di valorizzare gli atleti italiani. Ricordo, a titolo di esempio, il caso dell'edizione in cui vinse il connazionale Ruggero Pertile: in quella circostanza proprio per favorire le nostre eccellenze si scelse di invitare maratoneti africani di seconda fascia, non di prima. Va peraltro rilevato - proseguono - che la serietà dell'organizzazione dei grandi eventi sportivi, e dei manager che li coordinano, è attestata dalle tempistiche con cui si invitano e, soprattutto, si pagano gli atleti, professionisti ai quali si devono assolutamente dare determinate garanzie».

In conclusione: «Gli atleti - ribadiscono i vertici dell'Associazione Maratonina - vengono invitati sulla base dei propri curricula sportivi, senza che vi sia alcuna distinzione improntata a "criteri" razziali: gli africani, notoriamente, nella corsa sono la punta di diamante.  L'elemento su cui si deve riflettere è un altro: l'attenzione va focalizzata sugli organizzatori e sulla correttezza del loro approccio, verificando, ripeto, la serietà negli ingaggi e nei pagamenti»

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