Niente patrocinio del Comune di Pordenone al Pride Fvg: marcia indietro anche dall’Università di Udine e Trieste
A darne notizia sono gli organizzatori in una lunga nota. Arriva il no anche dal Comune di Gorizia, Ziberna: «Ostentazione provocatoria e superficiale»

Il FVG Pride si svolgerà il 10 giugno 2023 a Pordenone senza il patrocinio del Comune. A darne notizia sono gli stessi organizzatori in un lungo comunicato.
«Alla fine è arrivata la risposta ufficiale, scontata, del Sindaco Ciriani e della sua giunta: niente patrocinio, come del resto già annunciato a febbraio. Una vicenda curiosa che dimostra i pregiudizi della giunta, poiché a febbraio la domanda di patrocinio non era stata nemmeno chiesta. La domanda formale, alla fine, è stata fatta, e naturalmente è arrivato il secco no della Giunta comunale di Pordenone, che valuta l’iniziativa non meritevole del patrocinio “sia per i toni che per i contenuti politici del Manifesto”. Anche il Comune di Gorizia, guidato dal sindaco Rodolfo Ziberna, ha negato il patrocinio, definendo il Pride “un’ostentazione provocatoria e superficiale”».
I negati patrocini non cambiano però in nessun modo il programma del Pride.
Marcia indietro anche dall’Università di Udine e Trieste
Dopo aver patrocinato il Pride nelle edizioni precedenti, anche l’Università di Udine e l’Università di Trieste fanno marcia indietro e negano il proprio supporto al Pride.
«Mentre il governo perseguita le famiglie arcobaleno, l’Università di Udine si preoccupa di smarcarsi dagli “attacchi diretti alle maggioranze politiche democraticamente elette e, talvolta, anche a specifici esponenti delle istituzioni”. Il Rettorato, evidentemente, quando ha deciso di patrocinare l’edizione 2017 del FVG Pride a Udine, non ha letto il Manifesto a cui ha aderito, che recitava: “[alcune amministrazioni locali] si impegnano ancora nell’ostacolare il compimento dei pochi traguardi raggiunti. Il caso più eclatante è quello del Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che nega la stessa dignità dei matrimoni alle unioni civili pur andando contro la legalità vigente”».
«Stesso dicasi per l’edizione 2019 a Trieste, che criticava esplicitamente la giunta comunale di Udine, quella di Trieste e il governo regionale; anche questo Manifesto fu firmato dall’Università di Udine all’epoca».
«Stessa linea tenuta dall’Università di Trieste, che alla richiesta di patrocinio risponde con un altro rifiuto, questo schizofrenico: definisce il Manifesto “ovviamente legittimo”, ma pretende allo stesso tempo di insegnare alla comunità LGBTQIA+ regionale quali siano le rivendicazioni giuste: “[il Manifesto] ci pare esuli significativamente dalla (sola) giusta rivendicazione del diritto alla preven- zione delle discriminazioni”. C’è molto di più da fare, in Regione e in Italia, oltre alla prevenzione delle discriminazioni - e già solo queste, in questo clima, sono molto difficili da portare avanti. L’Università di Trieste, per la prima volta da quando esiste il FVG Pride, nega quindi il patrocinio, sempre concesso alle tre precedenti edizioni. Cosa è cambiato?»
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