Nicolosi: «Medici pagati meno Stiamo perdendo attrattività»

«Nella riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia tutti devono giocare pulito: Udine e Trieste non lo fanno». Parole dell’ex primario del dipartimento di cardiologia Gianluigi Nicolosi. In pensione...

«Nella riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia tutti devono giocare pulito: Udine e Trieste non lo fanno».

Parole dell’ex primario del dipartimento di cardiologia Gianluigi Nicolosi. In pensione dal 10 ottobre scorso, ieri al Centro studi è stato celebrato nella Giornata del cuore numero 16 organizzata dall’associazione “Zanuttini – Amici del cuore” presieduta da Renato Battiston.

«Serve una perequazione per l’ospedale di Pordenone - ha confermato Nicolosi –. Ci sono 17 cardiologi, con il nuovo primario Matteo Cassin nel dipartimento, invece Udine ne conta 24 e Trieste ha gli stessi numeri. Perché? Ci sono meno finanziamenti per la sanità pordenonese, meno medici, meno infermieri e salari più bassi. Il problema dei salari più bassi è nato con la separazione dell’azienda unica: i fondi non sono rimasti all’Azienda ospedaliera pordenonese. La situazione si è trascinata, ma è un’ingiustizia evidente e produce una minore attrattività. La minore attenzione per la sanità pordenonese, rispetto a quella di Udine e Trieste, è un fattore, purtroppo, costante. I politici pordenonesi devono sostenere la nostra sanità. Sergio Bolzonello, vice presidente della Regione, ha fatto tanto ma non può essere lasciato solo. Il sindaco Claudio Pedrotti ha promesso di vigilare, ma dobbiamo chiedere in modo chiaro e costante la perequazione dei fondi per l’ospedale di Pordenone. Da un anno e mezzo l’ospedale è senza i finanziamenti necessari per il rinnovo delle apparecchiature».

Quella del nuovo ospedale «è una una scelta condivisibile, ma i muri non sono sufficienti se manca personale. Serve un equilibrio territoriale nella sanità del Fvg: dobbiamo evitare di frantumarci in tanti territori provinciali. Il modello vincente è quello dell’area vasta, con gli ospedali in rete La cardiologia non va demolita: ha tre poli in rete a Pordenone, San Vito al Tagliamento e Sacile con funzioni diverse e integrate. Il pericoloso, nel Pordenonese, è pensare a un ospedale isolato, nel territorio. Va, invece, costruita una rete intorno al polo di Pordenone, in cui i medici di medicina generale si mettano in gioco, anche nelle strutture periferiche».

Chiara Benotti

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