Nicola Gratteri: «Ai giovani bisogna raccontare perchè non conviene delinquere»

«Ai giovani d’oggi bisogna parlare in termini di convenienza, perché se tu parli di etica o legalità sei un perdente», lo dice con una punta d’amarezza Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, da trent’anni in prima linea nella lotta alla ‘Ndrangheta, a Udine in occasione di vicino/lontano. Lo dice con la certezza che l’opzione mafiosa sia ben presente nelle scelte di vita di un ragazzo, tanto al Sud quanto al Nord. Per questo visita le scuole per raccontare la parabola tipica del picciotto di mafia, quanto guadagna e cosa rischia. L’esempio è quello di un giovane corriere che parte dalla Calabria per portare 5 kg di cocaina a Udine, in cambio di 1.500 euro: «È un lavoro facile, gli sbirri sono scemi. Arrivato a destinazione, va in un bel ristorante, prende il vino più caro, si paga una prostituta. La sua eccitazione non è ciò che sta facendo, ma il racconto delle proprie grandi gesta che farà ai ragazzi del muretto una volta tornato in paese».

Passa un anno e nel frattempo il picciotto ha fatto fortuna, si è persino sposato, ma non per amore, perché «Nella cultura mafiosa il matrimonio è una forma di potere, i figli sono un’arma da usare contro ogni nemico». Un giorno però viene fermato, all’apparenza per un controllo casuale alla macchina. «In realtà lo intercettiamo da mesi, andiamo a colpo sicuro e troviamo il carico di droga», spiega Gratteri.

Da qui comincia la parabola discendente: finisce dentro, arriva l’avvocato dell’organizzazione criminale per tranquillizzarlo, gli fa sapere che tutti sono dalla sua parte, gli spiega di avvalersi della facoltà di non rispondere, perché al massimo gli toccheranno due anni di carcere. «Ma dopo otto mesi arriva un’altra ordinanza di custodia cautelare, questa volta per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, la cui pena va da venti a trent’anni. La prospettiva cambia: si farà almeno dieci anni di carcere, gli anni più belli della sua vita, mentre a casa c’è una giovane sposa, controllata a vista dai parenti del marito, una vedova bianca che per vivere prende psicofarmaci».

La fortuna delle mafie, spiega Gratteri, è la capacità di dare risposte, di sostituirsi al vuoto lasciato dallo Stato e dalla politica. Risposte parziali e corrotte, per sradicare le quali forse servirebbe più cinismo. —

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