Nessun abuso dell’auto blu, archiviato il caso Tognoni

Vicenda chiusa per l’ex manager della Turismo Fvg accusato di peculato. Il Gip: non c’è stata appropriazione o un utilizzo non consentito della vettura

UDINE. Non ha abusato dell’auto di cui disponeva da manager della Turismo Fvg. Claudio Tognoni, ex responsabile della promozione turistica del Friuli Venezia Giulia e attuale direttore del Consorzio di promozione turistica del Tarvisiano, esce dall’inchiesta per peculato e abuso d’ufficio. Il pm della Procura di Udine, Marco Panzeri, ha chiesto l’archiviazione del caso scoppiato due anni fa e la richiesta è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine, Alessio Vernì. Per Tognoni, difeso dall’avvocato Luca Ponti, si chiude così una vicenda tormentata.

Il caso venne alla luce quando i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Udine eseguirono una perquisizione nella casa di Tognoni, a Tarvisio, abitazione dalla quale uscirono con una copia dei documenti custoditi nel computer del manager. L’accusa era appunto quella di peculato dovuta al dubbio utilizzo dell’auto – un’Alfa Mito – che la Turismo Fvg aveva messo a disposizione di Tognoni come benefit nel periodo compreso tra il gennaio 2009 e l’ottobre 2010. Una vettura noleggiata dall’Agenzia regionale per l’intera durata dell’incarico affidato a Tognoni.

Lui era il responsabile delle aree marketing, comunicazione, promozione e commercializzazione del prodotto turistico e da contratto aveva diritto al rimborso chilometrico e delle spese di trasferta. L’ipotesi di reato ruotava attorno all’idea che Tognoni si fosse appropriato del godimento di un bene altrui e pubblico, utilizzandolo a fini diversi rispetto all’attività lavorativa, a danno della Turismo Fvg. Gli inquirenti hanno cercato riscontri a quell’accusa, ma è risultato che Tognoni non si è appropriato dell’Alfa Mito.

Perché alla scadenza dell’incarico l’auto è ritornata nelle disponibilità dell’Agenzia regionale. Altra criticità era l’utilizzo della macchina, ma anche in quel caso il reato non è stato consumato, perché l’Alfa era un benefit previsto dal contratto. L’unico uso non consentito sarebbe stato quello al di fuori dell’esercizio del lavoro di consulente della Turismo Fvg, ma nulla, nè registri nè chilometraggi, provano un uso illecito della vettura. L’abuso d’ufficio, invece, è stato scartato perché Tognoni non ottenne l’auto come favore, ma per svolgere un incarico di interesse pubblico.

«Qualcuno – commenta Tognoni – ha voluto gettare ombre sul mio operato alla Turismo Fvg, ma la sentenza di archiviazione sgombera il campo a dubbi. Sono stati due anni pesanti, ma sono molto soddisfatto e devo ringraziare Ponti sia dal punto di vista professionale sia umano», conclude Tognoni. Caso chiuso.

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