Neppure in cimitero siamo tutti uguali: «Ghiaia vietata attorno alla tomba»

Quella cornice di ghiaia attorno alla lapide va tolta: lo chiede il Comune che aggiunge, va ripristinato il manto erboso. Eppure quella decorazione non è l’unica: neppure in cimitero la legge è uguale per tutti.
È accaduto a Enrico Minoia, che nel cimitero monumentale di San Vito, qualche anno fa, ha seppellito la madre. «Pensando di fare una cosa carina, avevo adornato tutto il perimetro della tomba in cui riposa mia madre con del ghiaino che riprendeva i colori della lapide, per renderla più curata – spiega –, ma un giorno mi sono visto recapitare una raccomandata in cui il Comune mi chiedeva di rimuovere il contorno e ripristinare l’erba».
Stupito della lettera, Minoia si rivolge ai servizi cimiteriali, ma senza successo: o procede entro quindici giorni a eliminare la ghiaia, o se ne sarebbero occupati gli addetti del camposanto attribuendo a suo carico le spese.
«È vietato ricoprire di ghiaino l’area circostante il manufatto funebre, realizzato nell’area avuta in concessione, com’è indicato dai cartelli posti ben in vista in ambito cimiteriale – si legge nella lettera inviata –. Gli spazi a contorno della tomba in concessione non sono nella disponibilità della signoria vostra – prosegue il testo –. Si chiede pertanto di rimuovere il ghiaino entro le due settimane, ripristinando il manto erboso in tutto il perimetro sepolcrale».
Così Enrico Minoia ha riseminato l’erba, non senza però ingoiare il boccone amaro di sapere che la lettera inviata agli uffici parte da una segnalazione ed esprime rabbia per aver subito, a detta sua, un’ingiustizia, visto che pare non essere l’unico ad aver avuto la stessa idea. All’interno del cimitero, infatti, decine e decine di sepolcri presentano lo stesso decoro, anche di colori più sgargianti e alcune tombe non solo sono contornate da sassi e ghiaia ma completamente avvolte da fiori e piante. «Ci sono lapidi che sono lì da molti anni, con ghiaia e piante adiacenti, io non ho fatto altro che copiare quello che avevo già visto nel cimitero – osserva Minoia –: premetto che quando chiesi ai custodi, circa tre anni fa, se si potesse apportare queste modifiche loro mi riferirono che da regolamento non sarebbe stato consentito, ma che visti i precedenti, secondo loro, non sarebbe stato un problema».
«Io l’ho fatto per l’amore che ho per mia mamma e perché a lei sarebbe piaciuto senz’altro – continua –. Quello che hanno fatto è una cattiveria gratuita nei confronti di un defunto, mancando così di rispetto anche ai familiari. Speravo – aggiunge – che i responsabili del Comune, invece di farmi ripristinare dell’erba, replicassero diversamente a chi, probabilmente per invidia, ha mosso loro questa segnalazione». —
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