Nella Bassa spuntano i cervi: investimento mortale a Fauglis

È avvenuto l’altra notte. È un maschio adulto dal peso di un quintale e mezzo Gli esperti: «Presenza non insolita, si spostano dai monti in cerca di cibo»



Ha destato stupore l’investimento, in comune di Gonars, mercoledì sera, di un esemplare di cervo, specie che non è frequente in questa zona. Si tratta di un maschio, adulto, con un peso stimato attorno al quintale e mezzo. L’incidente che è costato la vita al cervo è avvenuto nei pressi dell’ex provinciale 80, tra Fauglis-Ontagnano e l’innesto sulla Napoleonica.

Racconta Roberto Ronutti, direttore della riserva comunale di caccia di Gonars: «Sono stato avvisato in mattinata da un consigliere della riserva e subito abbiamo segnalato il fatto alla Forestale (servizio regionale per il Recupero della fauna selvatica) che tuttavia era già stata informata la sera precedente dell’accaduto. Pare sia stato un mezzo utilizzato da un corriere a investire l’animale, attorno alle 21.30 - 21.45. Il cervo è una presenza piuttosto insolita in questa zona. Tuttavia io stesso lo scorso anno ho avvistato una cerva e quattro anni fa un fusone (giovane cervo). Evidentemente questi esemplari si stanno spostando dalla montagna alla pianura, probabilmente alla ricerca di cibo».

Sul posto sono intervenuti gli uomini del servizio regionale per il Recupero della fauna selvatica per rimuovere l’animale, che si trovava a bordo strada, a pochi metri dalla carreggiata. «La presenza nella Bassa friulana di cervi non è proprio insolita; lo era un tempo» spiega Stefano Filacorda, ricercatore al Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine.

«Nella zona prealpina e alpina – prosegue – si sta registrando un incremento di questa specie e di conseguenza lo spostamento di alcuni esemplari è un fenomeno del tutto naturale dal punto di vista ecologico. Pertanto, anche se con pochi individui, il cervo si sta espandendo nel medio e basso Friuli, sfruttando le condizioni naturali (presenza di corsi d’acqua e di boschi sufficientemente estesi) che permettono la sua presenza e sopravvivenza. È un segnale di come la nostra pianura e la nostra montagna stiano cambiando assieme alla fauna che le popola».

«La presenza del cervo in quest’area – spiega Marco Borsetta, tecnico faunistico della zona – si sta verificando sempre più spesso. Evidentemente hanno trovato qui una sorta di corridoio ecologico che attraversano nonostante la presenza di strade trafficate come la Napoleonica o di zone abitate. Ovviamente il rischio d’investimenti si fa più elevato». —

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