Negozi aperti a Pasquetta: sindacati e diocesi contro

Anche quest’anno il lunedì dell’Angelo sarà una giornata in cui si potrà fare acquisti. Sindacati e diocesi non perdono l’occasione per difendere il riposo festivo e montaì la polemica

UDINE. Anche quest’anno il lunedì dell’Angelo sarà una giornata in cui si potrà fare acquisti. Sindacati e diocesi non perdono l’occasione per difendere il riposo festivo e monta, la polemica. A Udine e dintorni domani saranno aperti il Città Fiera, dalle 9.30 alle 20.30, il centro commerciale Bennet, dalle 9 alle 20.30 e il Panorama, che osserverà l’orario festivo, dalle 9 alle 21.

Shopping anche al Palmanova Outlet Village, dove i negozi rimarranno aperti dalle 10 alle 20, mentre le serrande rimarranno abbassate, invece, a Pasqua e Pasquetta, per i punti vendita Coop e per i negozi di abbigliamento Arteni. Oggi, dunque, tutti i centri commerciali saranno chiusi.

Domani se con molta probabilità i negozi al dettaglio e quelli più piccoli non apriranno, non si sa ancora come si comporteranno i pubblici esercizi. Ma i sindacati e la diocesi non intendono mollare e difendono con le unghie il riposo, confermando il “no” alle aperture festive nel settore del commercio. «La nostra posizione è chiara: siamo contrari alle aperture – sottolinea Matteo Zorn, Uiltucs Fvg – e ora i tempi sono maturi per affermare che tre anni di liberalizzazione selvaggia non hanno portato alcuno sviluppo economico».

Una posizione che viene rafforzata peraltro da recenti sentenze in cui si conferma che il lavoro festivo non può essere imposto dal datore ma deve trovare la disponibilità individuale del singolo dipendente. «Ricordiamo che è una libera e autonoma scelta – sottolineano le segreterie unitarie di Filcams Cgil, FisascatCisl, Uiltucs Uil –. Il datore non può imporre di lavorare in una giornata festiva e invitiamo gli stessi dipendenti a comunicare, anticipatamente e tempestivamente, la non disponibilità all’impiego festivo».

Il 15 marzo sono stati approvati dalla Regione, spiegano i sindacati, gli articoli di legge che prevedono dieci festività di chiusura obbligatoria per gli esercizi commerciali – tranne quelli in zone turistiche – ed entreranno in vigore da ottobre. «Questa legge regionale se non viene supportata da un intervento nazionale rischia però l’inefficacia», aggiungono i rappresentanti sindacali.

A mettere carne sul fuoco ci pensano anche gli ambienti della Chiesa. «Da anni appoggiamo iniziative che mettano in luce il valore del riposo settimanale e delle domeniche – osserva il vicario generale dell’arcidiocesi di Udine, Guido Genero – e dispiace assistere a logiche di parte che non hanno freni. Il nostro dissenso è ben chiaro e riguarda la domenica: Pasquetta non è una ricorrenza religiosa ma bisogna salvaguardare più che la quantità la qualità del lavoro».

Una giornata da trascorrere in famiglia e da dedicare alle relazioni sociali, per il vicario foraneo di Codroipo, monsignor Ivan Bettuzzi. «Dovremmo creare un sistema dove al centro vi è la persona – riflette il parroco –, con i suoi ritmi, il riposo, le relazioni familiari e sociali, non solo le logiche commerciali». I dipendenti dei centri commerciali, secondo Bettuzzi, lavorano a ritmi “frammentati e innaturali” che non permettono di dedicare spazio e tempo a famiglia e relazioni e, a lungo andare, creano smagliature sempre più evidenti a livello sociale e personale.

«Si va verso una società dove non è più prevista la dimensione dello stare assieme - conclude il parroco - e la relazione non rappresenta più un valore da difendere».

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