Natale 2013 in tv: gli stessi film dell’ultimo ventennio

Ci rivolgiamo a lei, gentile casalinga, imprigionata nella sua cucina con l’ immaginetta sacra della Clerici sopra il frigorifero e circondata dai ricettari come gli apache dagli yankee.
Il Natale in tavola è una rogna che si perpetua. Persino la signora più scarsa, quella in difficoltà con una pasta in bianco, per capirci, si strizza i neuroni pur di non buttare nei piatti la stessa sbobba dell’anno prima. Vero? “Dunque, nel 2012 ho fatto i ravioli in brodo e il cotechino, quest’anno… mah, tortelli e tacchino, toh”.
Brava, c’è lo sforzo, l’immaginazione, l’atto della creazione; modesto o sublime importa poco. Non le farebbe piacere captare casualmente, oh massaia, un dialogo fra i suoi commensali del tono: “Certo che l’Elvira il 25 dicembre sempre quello spadella.
Sai già il menu a Ferragosto”. Ma lei, gentile casalinga, sa cosa deve fare. La televisione italiana, al contrario suo, non lo sa. E se ne fotte dei milioni di telespettatori natalizi con la mano dentro il cesto di frutta secca in ovvia adorazione mediatica.
Guardano la tv, cos’altro dovrebbero fare ‘sti povericristi con otto chili presi in tre ore?
Il giro della morte sulle montagne russe? E la bastarda che propone? Gli stessi stramadeletti film, da almeno vent’anni. Pigliamo il “Tv Sorrisi”. Ecco, “Sister Act – Una svitata in abito da suora”, del 1992, su Raiuno.
Passato almeno trentasei volte. E, in ordine sparso, “Alta Società”, “Cantando sotto la pioggia”, “Grand Hotel Excelsior”, “The Blues Brothers”, “Cinderella Story” e il classico dei classici che fa il paio con la mitica Luisona del Bar Sport, “Una poltrona per due”. L’unica novità, credeteci una vera chicca, è “Blancanieves” un muto moderno favoloso.
Ma è alle 23.10 su Raitre, quando ormai il colesterolo ha compiuto il suo scempio e siamo duri e inermi come stoccafissi. Questo è l’amore per l’abbonato, signori. Ragionateci su, magari dopo una digestiva tisana al finocchio.
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