Nasce casa Raffaella il nuovo appartamento per malati e parenti

L’Associazione italiana lotta alle leucemie e ai linfomi (Ail) ha inaugurato la quarta casa, Casa Raffaella, in città per parenti e malati in cura nella clinica ematologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Udine. Questo importante traguardo è stato possibile grazie alla generosità di una mamma pordenonese, la sinnora Anna, che, con il dono di questo appartamento, hanno voluto ricordare la figlia Raffaella Rania, deceduta un paio di anni fa. E rispettare così la sua stessa volontà.
Durante la malattia madre e figlia sono state ospiti proprio in una delle altre case già di proprietà ell’Ail. Da qui il gesto di generosità, nella piena consapevolezza quanto la possibilità di soggiornare vicino all’ospedale di Udine, in concomitanza per un periodo delle cure più intensive, sia fondamentale.
Un gesto, quello della mamma di Raffaella, che ha commosso gli stessi vertici dell’associazione Ail di Udine, e anche quanti sono vicini a questa realtà per esperienza diretta o volontariato.
Ma l’attività dell’Ail comunque non si ferma. E uno dei prossimi obiettivi, oltre a quello di sostenere le borse di studio e di ricerca, è rappresentanto dall’obiettivo di riuscire a organizzare il servizio di assistenza domiciliare. «Si tratta di un traguardo ambizioso, difficile e molto impegnativo anche dal punto di vista economico - precisa la presidente Ail di Udine Maria Grazia Zanon Santuz - ma se la popolazione ci aiuterà siamo sicuri di arrivare ad una soluzione positiva».
L’inaugurazione dell’appartamento, che è situato anche questo in via Forni di Sotto, come si è detto a due passi dal nosocomio, è avvenuta alla presenza sabato scorso della mamma di Raffaella, di Maria Grazia Zanon Santuz, presidente di Ail della provincia di Udine, il professor Fanin direttore della clinica ematologica del nosocomio friulano e di Pietro Fontanini, molto vicino all’Ail e alla clinica ematologica anche dopo la sua esperienza persoanale.
E’ stata l’occasione per Fontanini per ribadire che «il Centro di ematologia e trapianti è un Centro di altissimo livello che garantisce cure all’avanguardia, in grado di salvare vite umane: molti i pazienti che si recano a Udine, da altre Regioni d’Italia ma anche dall’estero, per riuscire a combattere leucemie e linfomi e avere la speranza di vincere la malattia»
«Con la costituzione dei nuovi padiglioni, alla vigilia del trasferimento del reparto – ha affermato Fontanini – è opportuno e non più rinviabile che la Regione riconosca ufficialmente il Centro Trapianti a Udine». Questa tipologia di pazienti può ottenere risposte solo dal trapianto di midollo, grazie a donatori compatibili, o dall’autotrapianto.
«Personalmente – prosegue Fontanini – come persona sono molto vicino all’associazione contro le leucemie e i linfomi, alla luce della mia vicenda privata. Anch’io sono una persona trattata per questa patologia e conosco bene, in quanto ho provato su di me, la qualità elevatissima dei servizi. Il volontariato si è dato molto da fare in questi anni per incrementare la qualità delle prestazioni e migliorare l’accoglienza dei malati e dei familiari all’interno del reparto. Un grazie mio personale all’associazione e all’équipe medica super qualificata che brilla per competenza e capacità professionali e umane di impareggiabile livello».
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