Mutilati e invalidi civili, ampliata la sede dell’associazione in città

Nuovi spazi per la sezione pordenonese dell’Anmic, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, che si occupa della consulenza nell’ottenimento della certificazione dell’invalidità civile, handicap e collocamento mirato. Sono oltre 600 gli iscritti e quasi 400 i tesserati, in poco più di due anni dal rinnovo delle cariche sociali. «Nel 2019 non avrei mai immaginato di ritrovarmi qui dopo soli due anni e con una pandemia, a inaugurare una sede nuova» ha commentato Ezio Casagrande, presidente di Anmic Pordenone, in occasione dell’inaugurazione cui hanno partecipato anche il presidente nazionale Nazaro Pagano e quello regionale Roberto Trovò, nonché diversi rappresentanti delle istituzioni. A iniziare dal deputato Massimiliano Panizzut, l’assessore comunale Andrea Cabibbo e il consigliere regionale Ivo Moras.

La nuova sede si trova sempre negli spazi di via don Luigi Sturzo, ma si sposta in un’altra area, e si allarga a due stanze dove sono operative le due segretarie. «Da tempo – ha aggiunto Casagrande – cercavamo di ampliare la segreteria affinché fosse più consona alle nuove esigenze, il prossimo passo sarà l’acquisto della pedana per l’abbattimento delle barriere architettoniche all’ingresso del palazzo».

«Nonostante le difficoltà incontrate in questi due anni, ciò che mi ha spinto a proseguire è stato anzitutto il supporto dei volontari e dei medici di categoria, a iniziare dalla mia vice Maria Rosa Petris, del referente regionale Trovò e del presidente nazionale. Ma soprattutto il pensiero del sostegno di cui necessitano le persone ammalate che spesso sono anche escluse, talvolta disperate, bisognose di aiuto in un sistema così complicato come quello della medicina legale» ha ricordato Ezio Casagrande.

L’anno e mezzo di pandemia ha peggiorato una difficoltà già intrinseca, facendo registrare ritardi nel rispondere a tutte le richieste di accertamento, ma anche un aumento delle patologie. «Veniamo da una situazione d’emergenza – ha commentato il presidente nazionale Pagano –, sia dal punto di vista del welfare sia sanitario. Purtroppo la pandemia ha concentrato su di sé tutte le attenzioni e ha comportato il fatto che molti pazienti siano stati trascurati. Ora siamo registrando un evidente aumento di casi soprattutto relativi a patologie oncologiche. Parliamo di un aumento del 15-20%. Purtroppo i due anni di mancata prevenzione si sono tradotte tragicamente in diagnosi non tempestive» . —

© RIPRODUZIONE RISERVATA



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto