Muretti a secco patrimonio Unesco: ora c’è un progetto

GEMONA. Muri a secco “patrimonio per l’umanità” dell’Unesco. E anche la capitale del terremoto li recupererà.

Il recente riconoscimento da parte dell’organizzazione delle Nazioni Unite all’Ecomuseo delle acque del gemonese (nella categoria “Club” per il progetto di recupero dei muri a secco effettuato negli ultimi anni a Montenars e ad Artegna) ha convinto anche l’amministrazione Revelant a penare ai cantieri di quel tipo per il recupero ambientale. «L’iniziativa è di nostro interesse – spiega l’assessore all’ambiente Davis Goi –. Punti in cui intervenire ce ne sono molti: dalle cinte murarie alle altane del castello, al recupero di Rive di Venturin, ai muretti nell’area del lago Minisini, a Sant’Agnese. Dopo un’attenta mappatura faremo una scaletta di priorità, che attiveremo in base alle disponibilità economiche».

Recentemente l’Unesco ha iscritto l’arte dei muretti a secco nella lista dei beni immateriali dichiarati Patrimonio dell’Umanità. Si tratta delle costruzioni realizzate con pietre posate una sull’altra, senza l’utilizzo di leganti come la malta o il cemento. Sono manufatti ben presenti e rappresentativi del territorio friulano, che in molti casi sono andati perdendosi fra le fronte della natura, laddove non sono stati sistemati. Con un progetto specifico l’Ecomuseo per primo ha avviato un progetto di recupero con diversi piccoli cantieri fra Artegna e Montenars e, recentemente, è stata avviata un’azione di schedatura dei muri a secco diffusi sul territorio: «I cantieri del paesaggio – la spiegazione dei responsabili dell’Ecomuseo delle acque – costituiscono l’ossatura della scuola, si rivolgono alla popolazione e a tutte le persone interessate, con l’obiettivo di trasmettere le conoscenze teoriche e pratiche necessarie per la costruzione e il ripristino delle opere in pietra a secco, che uniscono aspetti strutturali oltre che essere una componente estetica. Sono un centinaio le persone che hanno partecipato in questi anni alle attività della scuola, dove un ruolo fondamentale viene svolto dai docenti, i cosiddetti “artigiani della pietra” che si prendono cura dei muri presenti sul territorio». —

P.C.

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