Muore soffocato da un boccone, il ricordo di mister Giacomini: «Martelossi era un giocatore di talento»
Il tecnico lo allenò all’Udinese in serie C nel 1973-74 quando già lavorava in banca. In precedenza Martelossi aveva vestito le maglie di Bologna (serie A) e Perugia (B)

Martelossi in azione con la maglia bianca del Bologna
UDINE. Quella del Nicola Martelossi calciatore è una storia, almeno per quanto riguarda la parentesi all’Udinese, tratta direttamente dalle pagine del “pallone di una volta”. Prendete, infatti, i racconti odierni, con i calciatori attorniati da procuratori (e denaro) già in serie C e cancellateli. No, l’attualità ha ben poco a che fare con l’esperienza di Martelossi, sbucato in Friuli dopo le tappe a Perugia e Bologna, come ricorda il suo mister dell’epoca in bianconero, Massimo Giacomini.
«Era parecchio tempo che non lo sentivo – ricorda l’ex tecnico bianconero –, ma me lo ricordo molto bene e sapere che non c’è più per una sciocchezza del genere mi riempie di tristezza». Giacomini ha perfettamente in mente «quel ragazzo educato e sempre disponibile» arrivato a Udine nel corso di un’estate di inizio anni 70. «Era a tutti gli effetti un semiprofessionista – spiega il mister –, nel senso che era stato assunto in banca a Cividale e quindi, per lui, era di fatto impossibile allenarsi alle 3 di pomeriggio assieme al resto della squadra». Siccome, però, Martelossi era «un giocatore di qualità, dotato di corsa elegante e di un buon piede destro», l’Udinese decide di organizzarsi.
«Lui finiva di lavorare alle 17 – continua Giacomini – e quindi ogni giorno qualcuno di noi andava a Cividale ad allenarlo, ma in definitiva, e non era un problema da poco, faceva tutto da solo». Perché in quegli anni l’Udinese aveva l’ambizione di scalare le categorie e arrivare in B. «Però i soldi all’epoca non erano molti – prosegue Giacomini – e un ragazzo di talento, non a caso finito nel mirino del Bologna, come Nicola faceva davvero comodo. Certo, poi la stanchezza, ogni giorno, si faceva sentire. A volte, infatti, organizzavamo alcune cene per, come si dice in gergo, “fare gruppo”, ma per lui non erano impegni semplici. Lavorava fino alle 5 di pomeriggio, poi si allenava e quindi veniva a cena. Ma alle 9 crollava dal sonno sul tavolo».
Facile capire, dunque, come il futuro per Martelossi, una volta scelta la strada da bancario, non sia più stato sui campi da gioco professionistici. «Al termine della stagione 1973/1974 – conclude Giacomini – io lasciai l’Udinese e lui scelse di proseguire nella sua carriera professionale abbandonando la serie C e passando nelle categorie dilettantistiche in cui, dato il talento naturale e l’esperienza pregressa, è sempre riuscito, davvero, a fare la differenza pur continuando a lavorare ogni giorno in banca».
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