Muoiono nell’autotravolta da un treno
Un giovane goriziano di 27 anni, Giuliano Condolo, e un suo amico, il polacco 29enne Radoslav Mikol Stefanczik, sono morti in uno spaventoso incidente accaduto a Salcano, a circa un chilometro e mezzo dall’ex valico di confine. La loro automobile ha attraversato un passaggio a livello incustodito proprio mentre sopraggiungeva un treno. I due sono morti all’istante.

di Vincenzo Compagnone
GORIZIA.
GORIZIA.
Un giovane goriziano di 27 anni e un suo amico, un polacco 29enne residente da qualche tempo a Gorizia, hanno perso la vita ieri mattina alle 5.40 in uno spaventoso incidente stradale accaduto a Salcano, a circa un chilometro e mezzo dall’ex valico di confine. L’automobile sulla quale viaggiavano, un’Alfa 156 station wagon, ha attraversato un passaggio a livello incustodito, provvisto di segnalatori visivi e acustici, proprio mentre da Nuova Gorizia sopraggiungeva un treno viaggiatori diretto a Jesenice. L’impatto è stato terribile, la vettura trascinata per 150-200 metri e i due giovani sono morti praticamente all’istante.
Le vittime sono Giuliano Condolo, 27 anni, abitante coi genitori in via Max Fabiani 15, operaio specializzato della Danieli di Buttrio, e il polacco 29enne Radoslav Mikol Stefanczik, muratore di professione, residente in via Pola 9 con la sorella e il cognato. Alla guida dell’autovettura si trovava proprio Stefanczik.
I due giovani stavano rientrando a Gorizia dopo aver passato la serata e la nottata di sabato, con altri amici, in alcuni locali situati oltreconfine. Per l’esattezza, erano appena usciti dalla strada che conduce al Centro kajak di Salcano, località nota per la regata nell’Isonzo che ogni anno viene organizzata e prende le mosse da lì, oltre che ovviamente dagli appassionati di questo sport. Si stavano dirigendo verso Gorizia quando hanno attraversato la linea ferroviaria in un punto che dista pochi metri, in linea d’aria, dall’Italia.
Il guidatore, nell’oscurità, forse a causa della pioggia o magari dei vetri appannati, non si è accorto del sopraggiungere del convoglio, il secondo del mattino sulla tratta Nuova Gorizia-Jesenice, né, evidentemente, dei segnalatori visivi e acustici che sostituiscono le tradizionali sbarre. Per una tragica fatalità (i treni transitano, all’incirca, ogni due ore) i due mezzi si sono trovati ad attraversare l’incrocio fra la strada e i binari nel medesimo istante.
Centrata in pieno dal convoglio, l’Alfa 156 è stata trascinata per 150-200 metri sulla linea ferroviaria. Inutile il tentativo di frenata da parte del macchinista che si trovava a bordo del treno assieme con altri tre ferrovieri sloveni. La parte anteriore del treno, sul quale non c’era alcun passeggero (nei giorni feriali trasporta dei lavoratori pendolari, ma la domenica è costantemente vuoto), ha deragliato.
Mentre, comunque, il personale delle ferrovie slovene non ha subìto alcuna conseguenza, Giuliano Condolo e Radoslav Mikol Stefanczik, come si diceva, sono morti praticamente sul colpo a causa delle gravissime lesioni riportate. Secondo le testimonianze dei soccorritori (sul posto sono accorsi la polizia stradale e i vigili del fuoco di Nuova Gorizia, oltre a un’ambulanza proveniente dall’ospedale di San Pietro) sembra che il giovane operaio goriziano desse ancora qualche flebile segno di vita, ma sarebbe spirato proprio mentre i pompieri, con le pinze oleodinamiche, aprivano l’abitacolo della vettura per estrarre i due occupanti.
Sul posto si sono recati anche i magistrati di turno del tribunale di Nuova Gorizia per gli accertamenti di loro competenza. Le salme dei due giovani sono state trasportate all’obitorio dell’ospedale di Lubiana dove saranno effettuate le autopsie. La tratta ferroviaria Nuova Gorizia-Jesenice è rimasta chiusa all’incirca fino alle 13 per consentire le operazioni di rimozione dei resti dell’autovettura e della parte del treno danneggiata.
La notizia della sciagura si è sparsa in città ieri mattina, suscitando particolare cordoglio negli ambienti della Polizia di Stato. Giuliano Condolo, infatti, era fratello di Davide, agente della Squadra mobile della Questura, abitante in via Rabatta 15, mentre il padre Luciano, ora pensionato, è anche lui un ex poliziotto originario del Friuli. Il giovane scomparso, che aveva frequentato a Gorizia l’Istituto tecnico Fermi e prima ancora la scuola media Favetti, aveva peraltro molti amici in città.
Ma anche l’amico polacco aveva un legame con gli ambienti della Polizia essendo il fratello della moglie del vicequestore Gennaro D’Agnese, fino a due anni fa comandante della Polizia stradale, ruolo che aveva lasciato dopo essere stato assegnato a importanti incarichi da svolgere all’estero. Radoslav viveva con la sorella e il cognato in un’abitazione di via Pola, accanto alla sede della Polstrada.
Si potranno avere soltanto oggi notizie più dettagliate circa i tempi di rimpatrio delle salme dei due giovani.
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