Morto Riccardo Di Tommaso: ha fondato il gruppo Bernardi e l’ha portato nel mondo

È morto in ospedale a Udine, Riccardo Di Tommaso, fondatore e proprietario del gruppo Bernardi, marchio dell’abbigliamento noto in tutto il mondo. Aveva 56 anni e da mesi lottava contro una grave malattia. Il suo gruppo fattura 220 milioni, ha 1.600 dipendenti e negozi anche all’estero.
UDINE.
È morto ieri sera, alle 17.30, in ospedale a Udine, l’imprenditore friulano Riccardo Di Tommaso, fondatore e proprietario del Gruppo Bernardi, marchio dell’abbigliamento noto in tutto il mondo. Aveva 56 anni e da giugno dell’anno scorso lottava contro una grave forma di leucemia.


Nato a San Giorgio di Nogaro, Di Tommaso aveva cominciato la sua avventura nel 1975, quando studente di medicina, aveva aperto, nel centro della Bassa, un negozio di abbigliamento assieme alla madre Teresa. Dotato di grande intuito e capacità commerciali, nel giro di pochi anni, crea un gruppo capace di farsi conoscere in tutta Italia nel settore dell’abbigliamento. Un gruppo che oggi fattura 220 milioni, conta mille 600 dipendenti e ha negozi anche all’estero.


Una società che Riccardo Di Tommaso ha guidato fino all’ultimo. A giugno dell’anno scorso, dopo un controllo di routine, l’imprenditore scopre di avere una leucemia. Affronta con coraggio la situazione, nonostante i medici non gli diano molte possibilità: il 20% massimo, racconterà agli amici più cari, prima di cominciare il proprio calvario. Tra giugno e luglio le visite e i controlli in ospedale si susseguono freneticamente, mentre cerca di non fare trapelare la notizia. Il carattere e la fede (aveva studiato in seminario) gli impongono il massimo riserbo. A settembre, però, le condizioni peggiorano e Di Tommaso entra in isolamento al Santa Maria della Misericordia. «Avrebbe potuto andare ovunque a farsi curare, nei più grandi centri specializzati del mondo – aggiungono alcuni amici –, ma non voleva allontanarsi dai suoi cari e dalla sua azienda».


L’unica salvezza è il trapianto, ma non è facile trovare un midollo compatibile. A fine settembre, improvvisamente, si accende una speranza: c’è una donatrice in Germania. Cominciano i preparativi in vista del trapianto che avviene negli ultimi giorni di ottobre. La reazione è buona e Di Tommaso sembra avercela fatta. Resta in isolamento per mesi, ma si “collega” con il mondo grazie ai telefonini, al personal computer e alla webcam. È di nuovo in prima linea nella sua azienda anche se costretto su un letto di ospedale, ma tutto lascia pensare al meglio. Ancora gli amici: «A dicembre se ne era convinto anche a lui, poi improvvisamente la situazione è precipitata. Ieri – sabato per chi legge – abbiamo purtroppo capito che stavolta sarebbe stata durissima».


Il cuore di Riccardo Di Tommaso si è fermato alle 17.30 circa e la notizia è rimbalzata in tutta la regione in pochi minuti. Lascia, nella casa di via Grazzano a Udine, la moglie Fiorella e i figli Diego, di 30 anni, e Silvia, di 27, entrambi impegnati nel Gruppo. «Ci lascia senza essere riuscito a realizzare due sogni – concludono le persone a lui vicine –: una fondazione dedicata alla cura dei disabili e una facoltà universitaria sul “tessile”. Ne aveva parlato con l’allora rettore Strassoldo, ma poi non se ne fece più nulla. I “salotti buoni” locali non l’avevano mai amato – continuano – e lui ci scherzava sopra senza darci troppa importanza: “sono uno che si occupa di stracci”».


La data dei funerali di Riccardo Di Tommaso – che con il marchio Bernardi ha sponsorizzato squadre o singoli in quasi tutti gli sport e, per una stagione, l’Udinese – sarà comunicata dalla famiglia.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto