Morto Luigi Conte, rinnovò la chirurgia

UDINE. Ci sono medici che sanno guardare lontano. Luigi Conte, era uno di quelli: un chirurgo di origini campane che per la sanità friulana è stato un innovatore e un professionista illuminato. Quella luce si è spenta nella notte di giovedì all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dove era stato ricoverato, quindi sottoposto a un intervento di bypass dall’équipe medica coordinata dal professor Ugolino Livi.
La sua morte, improvvisa e sconcertante, ha suscitato profondo cordoglio fra i colleghi e fra i tanti pazienti che avevano avuto modo di apprezzarne le doti umane e professionali.
Era nato a Barano d’Ischia, in provincia di Napoli, in un giorno di gennaio del 1948. Brillante negli studi, per Conte la carriera di medico si delineò precocemente, come una vocazione. Conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia nell’università partenopea, anche per lui arrivò la cartolina precetto con la chiamata alle armi. Fu la “naja” a portare il dottor Conte in Friuli, ma a tenercelo è stato un vincolo affettivo che non si è mai spezzato.
Vi giunse in quel tragico 1976 che vide la vita di un’intera popolazione travolta dalle onde sismiche dell’Orcolat. Ed è in quel contesto che il giovane dottor Conte si cimentò nella Chirurgia d’urgenza, una specializzazione cui, più tardi, aggiunse quella in Chirurgia pediatrica, acquisita a Ferrara.
«In quegli anni anche mamma, che pure viveva a Ischia, si stava laureando e, una volta terminati gli studi, lo raggiunse a Udine». Il ricordo commosso è del figlio Alessandro, che ha seguito le orme dei genitori fino a pronunciare il giuramento di Ippocrate.
Dopo aver conseguito l’idoneità come assistente chirurgo con il tirocinio pratico ospedaliero nella Chirurgia d’urgenza dell’ospedale di Udine, Conte ha lavorato come assistente chirurgo dal marzo del 1977 a febbraio del 1990 al Santa Maria della Misericordia, un impegno interrotto da due brevi periodi a Cormòns e a Gemona.
Nel 1990 vinse il concorso e fu nominato aiuto chirurgo di ruolo e dirigente di primo livello di ruolo all’Unità operativa di chirurgia generale con servizio d’urgenza.
«Fu con mio marito che la day surgery nacque all’ospedale di Udine – ricorda la moglie Maria Iacono – una struttura che, all’inizio, era adiacente alla prima Chirurgia e che, in seguito, diventò un’unità autonoma, unica in regione». Conte ne assunse la direzione dal 2002.
Il regime di Day surgery, un termine inglese che, tradotto in italiano significa “Chirurgia di giorno”, rappresenta un modello organizzativo chirurgico importato dai paesi anglosassoni nei primi anni Ottanta. Mediante la Day surgery si effettuano interventi chirurgici o anche procedure diagnostiche e terapeutiche invasive in regime di ricovero limitato alle sole ore del giorno, in anestesia generale o locale.
Quel ruolo di antesignano in un ambito che le moderne tecniche chirurgiche avrebbero progressivamente allargato fu poi riconosciuto a Conte dal ruolo di vicepresidente, prima, e di presidente, poi, che gli fu assegnato dalla Società italiana di Chirurgia ambulatoriale e Day surgery. Ruolo che ha mantenuto fino a settembre 2016.
«A febbraio dello scorso anno era andato in quiescenza – ricorda la moglie – ma le sue attività e i suoi impegni erano talmente tanti che non si fermava».
Una ventina di anni fa aveva subito un’angioplastica. Non aveva avuto problemi di salute. Fino alla scorsa settimana, quando ha avuto un attacco di angina. In base agli esiti della coronarografica i medici hanno deciso di sottoporlo a un intervento di bypass. Ma da quell’operazione non si è ripreso.
La data dei funerali non è stata fissata dai familiari. «Ci vorrà del tempo» ha ammesso la moglie. Ricevuta notizia dall’ospedale del decesso, infatti, il pm Lucia Terzariol della Procura di Udine ha disposto l’autopsia sul corpo del medico e iscritto sul registro degli indagati i sanitari che ne hanno seguito l’iter clinico.
«Un atto dovuto – ha spiegato il procuratore Antonio De Nicolo – per mettere tutti i possibili interessati nelle condizioni di partecipare alle operazioni peritali». Il pm sta inoltre valutando se chiedere che l’accertamento venga eseguito nella forma dell’incidente probatorio, con la nomina del perito da parte del giudice.
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