Morto l’operaio ustionato alla Berton

Fagagna, non ce l’ha fatta Gregory Omoaregie feritosi il 29 luglio. Aveva 29 anni e lascia la moglie in attesa di un bimbo

FAGAGNA. Non ce l’ha fatta l’operaio nigeriano ustionato alla Berton caldaie di Fagagna il 29 luglio scorso: l’uomo, che risiedeva a Udine in via Flambro 18 insieme a due fratelli e alla moglie in attesa di un figlio (ma con il resto della famiglia diviso fra il paese africano d’origine, oltre che Plasencis e Flumignano) è spirato sabato notte a Padova, nel centro grandi ustionati, dove era stato ricoverato dopo il gravissimo infortunio, accaduto alla fine di luglio.

Gregory Omoregie Osaremwinda, questo è il nome dello sfortunato, aveva 29 anni e nello stabilimento di via Spilimbergo lavorava dal 2005. Era stato investito dalla fiammata, originata, pare, dai fumi di verniciatura di una cisterna, cui l’operaio era intento.

Il fuoco gli aveva causato ustioni sul novanta per cento del corpo.

Le sue condizioni erano apparse disperate, ma c’era speranza che ce la facesse. In questi ultimi giorni invece la situazione era precipitata, a causa, sembra, di un’infezione.

La scomparsa di Gregory Omoregie lascia nel dolore i familiari e quanti lo hanno conosciuto. Le prime parole di solidarietà e di vicinanza sono per la consorte, che proprio in questi giorni sta per dare alla luce il loro primo figlio.

Gli Omoregie sono molto conosciuti a Plasencis, dove risiede un nucleo insieme alla madre (il padre è in Nigeria) e dove Gregory stesso ha abitato a lungo prima di sposarsi con la connazionale e trasferirsi a Udine. Tutte brave persone, riferiscono in paese, che si sono integrate nella comunità e sono benvolute per la serietà e la laboriosità.

A Plasencis con la madre che lavora in prosciuttificio a San Daniele, abitano le sorelle Erika, universitaria di medicina, Ofomo, che studia per diventare avvocato, ed Eleonora, campionessa reginale di salto in lungo. A casa di Greg, oltre alla moglie ci sono Gianpietro, calciatore nel Tarcento, e Obeide, impegnato in associazioni di volontariato. Ancora in città Scot, che lavora a Fagagna da Pozzo; a Flumignano Mudiaga, muratore a Plasencis, e Kolaoli.

«Questa è una grande perdita per la nostra comunità – racconta il sindaco di Mereto di Tomba, Andrea Cecchini, che è stato fra i primi a portare conforto e solidarietà alla famiglia, insieme al vice Eros Cisilino e al consigliere Vittorina Miotti - : la famiglia Omoregie ha saputo inserirsi nel tessuto sociale ed è benvoluta»

«Una grandissima tragedia - conclude il primo cittadino di Mereto di Tomba, Andrea Cecchini - la scomparsa di un giovane lavoratore che, venuto da un’altra parte del mondo, sentiva questa comunità come la propria».

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