Morto in cartiera, la disperazione di Ovaro

OVARO. Sono ancora poco chiare le cause e le modalità dell’infortunio che, martedì mattina, ha strappato alla vita Patrick Cattarinussi, operaio di 35 anni schiacciato da una pressa, mentre si trovava al lavoro alla cartiera “Reno De Medici” di Ovaro.
«L’area è stata sequestrata, ma la dinamica è ancora assolutamente incerta – ha detto il procuratore di Udine, Antonio De Nicolo –. Purtroppo, in quel momento non c’era nessuno nei pressi del luogo in cui l’infortunio è avvenuto e quindi non sappiamo perchè la vittima si trovasse lì.
Il fatto ancora più incredibile è che si trattava di un lavoratore esperto. Le indagini, comunque, sono appena cominciate e confidiamo di trovare una spiegazione». Risposte importanti potrebbero arrivare dall’autopsia. Prima di eseguirla, però, dovranno essere avvisati i familiari e, quale forma di garanzia, anche le persone che la Procura ha iscritto sul registro degli indagati, ritenendole interessate a partecipare all’accertamento per esigenze difensive.
Ieri, intanto, a Ovaro è stata una giornata surreale. In tutto il paese e in quello vicino di Prato Carnico l’incidente accaduto a Cattarinussi, che aveva preso la residenza nella val Pesarina dopo il matrimonio con Monica Leita, era sulla bocca di tutti. Ufficialmente l’azienda ha inteso mantenere uno stretto riserbo limitandosi a una nota in cui si diceva «profondamente colpita dall’incidente avvenuto. Esprimendo il più sentito cordoglio per la perdita di Patrick, l’azienda – si legge – si stringe intorno alla sua famiglia in questo triste momento».
Una delegazione composta dal direttore della cartiera, Paolo Bearzi, e da alcuni colleghi di Patrick, ieri, ha comunque fatto visita alla famiglia colpita dal lutto. Espressioni di sentito cordoglio, dovute anche al fatto che la cartiera dà occupazione da sempre al paese, dove i rapporti continuano amichevolmente al di là delle ore lavorative.
L’incontro è avvenuto nel bar da Jessica, nella frazione di Chialina, gestito dalle sorelle di Patrick, Anna e Jessica, dove si erano recati pure i genitori Elisa Casali e Leandro, oltre che la moglie Monica. «Qui ora c’è solo la disperazione», ha commentato Anna, mentre papà Leandro continuava a chiedersi il perché di tanto strazio.
Dopo lo stop di martedì, ieri mattina le sirene della cartiera, sulle sponde del torrente Degano, hanno chiamato nuovamente al lavoro le maestranze. È però rimasto chiuso il reparto di allestimento cartotecnica, dov’è avvenuto l’incidente. «Il macchinario che ha determinato la morte del collega – ha detto Paolo Battaino, segretario dell’Uilcom – è stato posto sotto sequestro.
E la società ha inteso posticipare l’apertura del comparto». Una scelta per andare incontro ai chi aveva lo stesso turno di Patrick. I sindacati hanno annunciato uno sciopero per valutare l’incidenza dell’aumento degli infortuni sul lavoro e una raccolta di fondi a favore della famiglia di Patrick, estesa anche alle altre aziende cartarie del territorio.
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