Infortunio sul lavoro alla cartiera di Ovaro, muore operaio di 35 anni

OVARO. Inghiottita dall’umido silenzio della riva sinistra del torrente Degano la sirena che scandisce i turni alla cartiera Remo De Medici di Ovaro ha suonato a vuoto, martedì 23 ottobre, più volte.
Alle 14, deadline del turno per chi “apre” la fabbrica alle 6, un paio di operai superano la barriera perennemente aperta, scuotono la testa e parlano fitto tra loro. I delegati delle sigle sindacali si sfilano il giubbino catarifrangente che sono invitati a indossare gli esterni in visita allo stabilimento: «Finita: sospendiamo tutto, si riapre domattina», sillaba Paolo Battaino della Uilcom-Uil.
Sul piazzale, l’autista di un camion arrivato da Montecchio, in provincia di Vicenza, risale veloce in cabina, armeggia con la leva del cambio, innestando la retromarcia: non c’è nessun rifornimento, niente da caricare, nessuno a manovrare il muletto, nessun bancale da spostare.
La cartiera ha vissuto così il giorno più buio della sua quasi secolare storia: Patrick Cattarinussi, 35 anni, sposato da quattro mesi, ha perso la vita poco dopo le 8.30, schiacciato nella pressa di una macchina da allestimento che maneggiava ogni giorno da cinque anni.
Un incidente, il primo mortale nello stabilimento ovarese, apparentemente senza senso, a sentire i colleghi che hanno per primi soccorso Patrick, figlio e nipote “d’arte”: prima di lui anche il nonno e il papà avevano prestato servizio tra i macchinari della cartiera.
La proprietà, d’accordo con sindacati e Rsu, ha deciso di sospendere la produzione fino alle 6 di stamattina, interrompendo anche le due linee continue della fabbrica, che impiega 158 dipendenti.
Da oggi si parlerà di scioperi, di (legittime) rivendicazioni sindacali, di un’azienda teatro appena cinque mesi fa di un altro grave infortunio, di quelle «seimila ore di ferie arretrate» che attendono di prendersi gli addetti della cartiera, come riferisce Riccardo Uccheddu della Slc Cgil. Martedì era il giorno del dolore e del rispetto.
L’incidente si è verificato poco dopo le 8.30, nel reparto allestimento cartotecnica, dove vengono maneggiati prodotti finiti: cartoncini per le agendine, scatole di piccole dimensioni, tutti formati di misura inferiore ai 20 per 15 centimetri. Patrick, che aveva preso servizio alle 6, stava maneggiando una macchina per la piegatura e il ritaglio dei fogli di cartone.
Il rumore cadenzato dei macchinari è stato interrotto all’improvviso da un urlo atroce, che ha subito richiamato l’attenzione dei colleghi. Patrick giaceva prono, con le braccia innaturalmente all’indietro e una vasta ferita al capo, causata dallo schiacciamento della pressa.
Non c’è stato nulla da fare: i medici del 118, al loro arrivo, hanno potuto solamente constatare il decesso del giovane.
Le indagini. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, affidato al pm di turno, Elena Torresin, arrivata ieri poco prima di mezzogiorno a Ovaro. Assieme al consulente medico, Leonardo Ciccone, ha raccolto fino alle 14 elementi utili a ricostruire la vicenda.
A quell’ora il magistrato ha autorizzato la rimozione del cadavere, trasferito all’ospedale di Tolmezzo: nelle prossime ore sarà effettuata l’autopsia, che dovrà accertare con chiarezza le cause del decesso. «Potrebbe essere stato un malore – riflette un collega –. Patrick si è infilato in uno spazio che non viene raggiunto neppure per la manutenzione del macchinario». Sul posto anche i carabinieri della stazione di Comeglians e i vigili del fuoco di Tolmezzo.
«La società – si legge in una nota – è profondamente colpita dall’incidente avvenuto. Esprimendo il più sentito cordoglio per la perdita di Patrick, si stringe intorno alla sua famiglia in questo triste momento». Le trattative con le Rsu e le sigle sindacali di categoria sono state condotte ieri dal direttore dello stabilimento, Paolo Bearzi. L’amministratore delegato del Gruppo Reno De Medici, Michele Bianchi, raggiungerà oggi Ovaro.
Le reazioni. Il sindacato Slc Cgil Fistel Cisl Uil e la Rsu della Cartiera di Ovaro esprimono il loro cordoglio per la tragedia che ha colpito la Reno de Medici.
"Non siamo in grado di entrare nel merito dell'incidente, ma siamo sicuri - si legge in una nota a firma di Riccardo Uccheddu, Massimo Albanesi e Paolo Battaino, che sulla sicurezza sul lavoro si debba riprendere il percorso per garantire in questa azienda come nell'intero mondo del lavoro la certezza che ogni lavoratore possa tornare a casa nelle stesse condizioni in cui e entrato in fabbrica".
"Questo l'ennesimo caso che colpisce il mondo del lavoro in Friuli Venezia Giulia. Riteniamo opportuno ribadire che per la sicurezza sul lavoro non si fa mai abbastanza, non si parla mai abbastanza, non si informa mai abbastanza i lavoratori: deve nascere la cultura della sicurezza, e non la semplice nozione".
Regione pronta a protocollo di sicurezza. «Colpita e rattristata dall’ennesima tragedia in Friuli Venezia Giulia»: l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, afferma quanto sia «certamente il momento di testimoniare la partecipazione della giunta Fedriga al lutto per la scomparsa dell’operaio di 35 anni, rimasto vittima di un incidente mentre svolgeva il proprio compito alla cartiera di Ovaro, ma sia altrettanto doveroso richiamare tutti i soggetti interessati alla necessità di procedere quanto prima alla firma del protocollo interistituzionale su sicurezza e legalità nei luoghi di lavoro, primo vero, concreto passo verso condizioni di maggiore garanzia per i lavoratori nelle rispettive sedi operative».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto