Morto il patriarca della famiglia Sellan

Fiume Veneto, Gabriele aveva 91 anni. Fu imprenditore e consigliere comunale. Giovedì i funerali

FIUME VENETO. Addio a un grande fiumano. E’ mancato ieri all’alba, all’ospedale di Pordenone, Gabriele Sellan. Aveva 91 anni.

Con un passato da marinaio nei sommergibili, si era poi dedicato a fare imprenditoria, mostrando doti di generosità e onestà. E’ stato, subito dopo il secondo conflitto mondiale, cofondatore della sezione di Pordenone della Cisl.

Da sempre convinto sostenitore della Democrazia cristiana, è stato eletto per tre volte in consiglio comunale, a Fiume Veneto.

Lascia nel dolore la moglie Liliana Mucignat, 84 anni, e i figli Glauco, Stefano e Davide, tutti e tre insegnanti di educazione fisica e punti di riferimento per lo sport provinciale, e non soltanto, specialmente nel volley (il primo) e nel calcio (il terzo).

Il rosario sarà recitato domani alle 20 nella chiesa di San Nicolò a Fiume Veneto, dove giovedì, alle 10.30, saranno celebrate le esequie.

La notizia del decesso di Gabriele Sellan ha suscitato profondo cordoglio a Fiume Veneto e in tutta la provincia. Nato a Fiume il 18 agosto 1923, Gabriele Sellan era stato operaio al cotonificio Olcese Veneziano.

Lì aveva conosciuto la futura moglie, Liliana Mucignat, con cui ha condiviso una vita all’inizio non facile e caratterizzata dai sacrifici. Un aneddoto che testimonia il suo spirito sportivo e che risale agli anni Trenta è stato raccontato dagli stessi figli.

Gabriele Sellan sfidava gli amici a nuoto sul fiume Fiume. «Il punto di partenza era fissato a Zoppola, affrontavano le acque fredde e arrivavano sino a Fiume Veneto – ricordano i figli –. Erano gare amatoriali che però coinvolgevano tra gli spettatori molte persone».

Poi è scoppiata la seconda guerra mondiale e si è arruolato come marinaio, in servizio sul sommergibile Lupo. Il 7 settembre 1943 era impegnato al largo di Lussino. Quando riemerse fu catturato e fatto prigioniero dai tedeschi.

Rientrò in Italia in modo avventuroso e poi fu prigioniero in Austria. Al termine del conflitto si dedicò all’imprenditoria. In via Kennedy 32 ha fatto sorgere un allevamento di pulcini, gestito sino alla pensione nell’89. Ora al posto dell’allevamento c’è una palestra, la Sporting house, gestita dai figli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:lavoro

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto