Morto il giudice Carlo Riccio Cobucci

Era malato da tempo. A lungo presidente del tribunale di Pordenone, era impegnato nel mondo cattolico e culturale. Oggi i funerali

PORDENONE. Il Friuli occidentale perde un giurista di alto valore. Si è spento dopo una lunga malattia, all’età di 91 anni, il dottor Carlo Riccio Cobucci, magistrato e già presidente del tribunale di Pordenone.

Nato a Napoli il 20 gennaio 1923 dove si laureò in giurisprudenza discutendo la tesi in filosofia del diritto, a trent’anni entrò in magistratura, quando era già procuratore legale. Giunto a Pordenone il 13 aprile 1953, dopo il tirocinio, gli furono conferite le funzioni di giudice istruttore civile e penale, partecipando alle udienze collegiali e attendendo al disbrigo delle procedure fallimentari.

Dopo gli esami per la conferma in carriera, fu nominato aggiunto giudiziario e inviato alla Pretura e, dopo un biennio, riprese le funzioni precedenti in tribunale.

Promosso ai gradi superiori, svolse la carriera in magistratura senza mai allontanarsi da Pordenone, che amò quanto la sua città natale.

Come presidente del tribunale impresse un notevole miglioramento al funzionamento degli uffici, prodigandosi all’aumento dei magistrati – che, grazie al suo impegno passò da 8 a 13 unità, poi con la trasformazione delle preture salito a 18 – e nominando un giudice unico alle procedure fallimentari.

Nonostante la quarantennale carriera assorbisse molto del suo tempo, non trascurò né la famiglia né l’impegno civile. Coltivò, infatti, interessi in campo culturale e sociale, con particolare attenzione alla scuola e alla famiglia, e concorse alla costituzione della sezione dei Giuristi cattolici a Pordenone, nonché a varie iniziative di promozione umana e spirituale, partecipanto a molte attività nella parrocchia San Giorgio.

Una volta in pensione, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli conferì l’onorificenza di Grande ufficiale dello Stato e il titolo di primo presidente onorario aggiunto alla Corte suprema di Cassazione.

Lascia i figli Angelo e Massimo, la nuora Martina Ghersetti, due nipoti e due fratelli, familiari ai quali la redazione del Messaggero Veneto porte le più sentite condoglianze.

Oggi, alle 15, i funerali nella chiesa di San Giorgio. La salma giungerà dall’hospice di Aviano e sarà tumulata nel cimitero di Pordenone.

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