Morto Cima, l’industriale che si fece da sè

SACILE. Il maestro Luigi Cima non ha mai usato il suo diploma per insegnare. Ma la passione per il sapere è stata la molla che lo ha accompagnato per tutta la vita: spingendolo a lasciare un lavoro sicuro da impiegato per fondare un’azienda sua negli anni ’80 – la Cima truciolari di Budoia –, portandolo a viaggiare in tutto il mondo e a trasmettere ai suoi figli Emanuela, Francesca e Gianluca quella sua sete di conoscenza. Ieri, dopo una lunga malattia, se ne è andato a 76 anni. Solo il male, alla fine, è riuscito ad avere la meglio sul suo amore per la vita.
Era un imprenditore “fatto da sè” Cima, di quelli che hanno contribuito a realizzare la ricchezza di una giovane provincia come Pordenone. Era di quella generazione di uomini che, pur non avendo una famiglia di imprenditori alle spalle, con intelligenza e caparbietà, sono riusciti a realizzare il sogno di aprire e far crescere un’azienda. Nello stesso tempo era generoso con il proprio territorio, con Sacile che gli ha dato i natali e dove è sempre rimasto ad abitare. Da alpino e da uomo attaccato alla sua terra, Luigi Cima, è stato vicino alle associazioni locali ed è stato sponsor della pallavolo Libertas.
La storia di Cima imprenditore parte all’inizio degli anni ’80, quando il settore del legno arredo viveva la sua fase ascendente in provincia e in regione. Già dipendente dell’azienda Della Valentina di Sacile, Luigi ha fondato un’attività legata alla filiera del legno che ancora oggi va avanti. Un’azienda che porta il suo nome e che ha sede a Budoia, nella pedemontana pordenonese, un’attività che ha superato i venti della crisi.
Il testimone passa al figlio Gianluca: pur in età da pensione, Luigi non aveva mai cessato l’attività, nemmeno quando la malattia aveva iniziato a tormentarlo. La settimana scorsa, come ricorda la figlia Emanuela, si è messo a fare conti, ha lavorato fino all’ultimo, perché lui non concepiva, come gli imprenditori della sua generazione, che ci potesse essere la quiescenza, l’uscita di scena. La curiosità, anche per le persone, lo accompagnava in tutto. Perfino in ospedale non ha perso smalto e in breve tempo è entrato in confidenza con il personale che lo ha assistito.
«Era un grande appassionato di viaggi – racconta la figlia Emanuela –, ricordo che partiva anche per parecchie settimane proprio per scoprire Paesi nuovi». Una passione che la malattia aveva limitato, ma non sopito. «Proprio di recente mi aveva incoraggiato a viaggiare il più possibile. Sapendo che il mio lavoro mi porta spesso all’estero – continua la figlia – mi aveva detto: non sai quanto sei fortunata».
Luigi Cima, oltre ai tre amati figli, lascia la moglie Zaira, compagna di una vita. I funerali dell’imprenditore, che abitava in via Foscolo, si terranno il 2 maggio, probabilmente nel pomeriggio. L’orario non è stato ancora fissato.©RIPRODUZIONE RISERVATA
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