Morti altri due ospiti alla casa di riposo di San Vito: addio a Matilde Maitan Scandellin e a Luigi Pippo

Si amplia il focolaio con 147 positivi. Il personale dell’istituto: «Ci sentiamo sconcertati e inermi»


SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Si aggrava la situazione alla casa di riposo di San Vito, dove ieri si sono registrati altri due decessi (sui 3 in provincia). «Fronteggiare questo virus è una lotta davvero impari. Oggi appare tutto stabile e domani non lo è più» hanno scritto dalla casa di riposo nell’annunciare la scomparsa di due ospiti a causa del Covid-19. Ieri mattina è mancata Matilde Maitan Scandellin, di Portogruaro, che solo pochi giorni fa aveva compiuto 100 anni. «Solo ieri alla visita medica – hanno reso noto dall’istituto – Matilde aveva manifestato qualche sintomo critico.

Ci sentiamo sconcertati e inermi». L’altra vittima è Luigi Pippo, 81 anni, di Casarsa. Alla casa di riposo sono al momento positivi 120 ospiti e 27 operatori. Negli ultimi giorni si sono negativizzati cinque ospiti. «In questo fine settimana – hanno proseguito dalla struttura – stiamo provvedendo a riorganizzare la turnistica e l’organizzazione del personale. Siamo giunti quasi a 30 colleghi contagiati e questo ci costringe a rivedere orari e modalità di lavoro». Oggi nuovi test e nei prossimi giorni ulteriori tamponi. «È tutto molto pesante. Possiamo sostenerlo con le nostre forze, che contiamo di poter ricaricare anche con il vostro appoggio».


Scoppia, intanto, il caso dei test antigenici nelle case di riposo, sollevato da Nicola Conficoni, consigliere regionale del Pd, e da Pierluigi Benvenuto della Cgil. Secondo i due, nei giorni scorsi l’Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale ha comunicato alle direzioni delle strutture residenziali per anziani della provincia di Udine i test che potevano essere ritirati dal 7 dicembre per effettuare lo screening due volte alla settimana. «Nel Friuli Occidentale – ha detto Conficoni –, invece, quanto richiesto dalla direzione centrale salute sulla frequenza di esecuzione dei test non viene ancora applicato. Un altro tangibile elemento di sperequazione. Speriamo che quanto prima il presidente Fedriga sostituisca il contestato direttore generale dell’azienda sanitaria che, come dimostrano il collasso degli ospedali, la carenza di personale e la mancata sostituzione dei primari, sta affrontando in modo inadeguato la seconda ondata del Covid-19»

. Accuse anche al sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, perché «dopo essere rimasto colpevolmente in silenzio faccia finalmente sentire la sua voce a difesa della salute dei cittadini». Sulla stessa linea Benvenuto, secondo cui «questa azienda, partendo dal direttore generale, non ha mai avuto nessun tipo di interesse per le case di riposo. Ma soprattutto non c’è una linea comune e si dimostra ancora una volta che il territorio di Pordenone è abbandonato dalla Regione e da chi la governa».


Il direttore generale Joseph Polimeni ha dichiarato che «ci sono indicazioni chiare della Regione emanate negli ultimi giorni e le seguiremo». Secondo Polimeni non ci sono problemi di dispositivi di protezione individuali in questa seconda ondata: «Li abbiamo sempre forniti – ha precisato – e non c’è alcuna carenza». Il direttore generale ha riconosciuto «uno “stop and go” nella prima ondata, dovuto a problemi di approvvigionamento. Domani ci sarà il sopralluogo per l’albergo sanitario per pazienti Covid positivi che si conta di attivare, con 15 più 10 posti, già dalla prossima settimana. Inoltre alle Rsa di Sacile e Maniago per le cure a bassa intensità da lunedì pomeriggio si aggiungerà anche l’ospedale di Spilimbergo. Aprirà un modulo fino a un massimo di 20 posti letto inizialmente, per dare supporto all’hub di Pordenone sovraccaricato». Al via anche «un progetto sperimentale di telemedicina, che consentirà di gestire i pazienti a domicilio e il potenziamento delle Usca (unità speciali di continuità assistenziale)».




 

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