Morte della farmacista Si indaga per omicidio

Daniela Sabotig potrebbe non essere morta in Trentino per l’incidente E il racconto dell’amico che era con lei in auto non convince gli inquirenti

ROVERETO. Sembrava una tragica fatalità, Ora, invece, la morte di Daniela Sabotig si tinge di giallo. La Procura di Rovereto, infatti, ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio volontario nei confronti di una persona, sulla cui identità gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.

Amico sotto la lente Non occorre essere Sherlock Holmes, però, per capire che sotto la lente dei carabinieri e del sostituto procuratore di Rovereto, Fabrizio De Angelis, sia finito Ivan Zucchelli, il quarantassettenne rivano che nella notte di lunedì scorso, quando l’auto della Sabotig è uscita di strada, si trovava seduto sul lato passeggero.

I rilievi dei carabinieri Secondo le poche notizie trapelate nelle scorse ore, i rilievi compiuti prima dai militari della stazione di Ledro e poi dagli specialisti della Squadra di investigazioni scientifiche del Reparto investigativo di Trento avrebbero portato alla raccolta di elementi che non coinciderebbero con il racconto di quanto accaduto fornito da Zucchelli.

Ferite non compatibili In particolare, sarebbero le ferite riportate dalla farmacista friulana, rivelatesi mortali, a non essere compatibili con la ricostruzione fornita dal passeggero e con i lievissimi danni riportati dalla Renault Kangoo su cui viaggiava la coppia di amici. La vettura, subito posta sotto sequestro e custodita presso la carrozzeria Attilio Santuliana di Arco, è stata controllata con meticolosa attenzione sia internamente che esternamente. Anche il luogo in cui la macchina è uscita di carreggiata, in un punto della tortuosa stradina che collega Molina a località Pur, dove erano diretti Sabotig e Zucchelli, è stato setacciato palmo a palmo. Cosa sia emerso da questi rilievi non è dato saperlo, ma certo è che l’intera documentazione è stata poi inviata alla Procura di Rovereto, dove il sostituto procuratore ha aperto il fascicolo.

Funerali slittati A far intuire che la morte della cinquantaquattrenne, amica di lunga data di Zucchelli, non sarebbe stata archiviata in fretta anche l’anomalo ritardo nella firma del nulla osta alla sepoltura da parte dello stesso magistrato. Visti i clamorosi sviluppi delle ultime ore, invece, appare assai probabile che sulla salma della donna – tuttora custodita presso la camera mortuaria del cimitero di Bezzecca - venga disposta l’autopsia per fare completa chiarezza sulle cause della morte e per raccogliere eventuali elementi utili al proseguimento delle indagini.

L’allarme Quella notte, al 112 dei carabinieri della Compagnia di Riva, la richiesta d’aiuto di Zucchelli è arrivata circa un quarto d’ora dopo la mezzanotte, tra lunedì 4 e martedì 5 febbraio. L’uomo, che all’operatore della centrale era parso comprensibilmente molto scosso, aveva spiegato cos’era accaduto, fornendo approssimative indicazioni sul punto in cui la Renault era uscita di strada, percorrendo una cinquantina di metri lungo la scarpata che scende verso il lago di Ledro e fermandosi poi tra le piante, e in cui lui si trovava. Era stato lo stesso Zucchelli a “guidare” verso di lui i soccorritori, mantenendosi in costante contatto con loro attraverso il telefonino, il rivano, molto noto in tutta la zona per aver gestito diversi locali nell’alto Garda ed essere figlio di Mario, consigliere comunale del Patt ed ex presidente del consiglio stesso, era pressoché incolume.

Soccorsi inutili Per Daniela Sabotig, invece, non c’era stato nulla da fare: vani si sono rivelati i tentativi di strapparla alla morte che i sanitari del 118 avevano compiuto senza sosta per quasi un’ora. Ora, i clamorosi sviluppi delle indagini potrebbero “riscrivere” l’intera vicenda. Non convinti dall’esito degli accertamenti sull’auto, i carabinieri trentini hanno chiesto sil supporto dei colleghi della Compagnia di Tolmezzo.

Indagini a Montenars I militari dell’Arma, agli ordini del capitano Bonometti, hanno subito mandato una pattuglia a Montenars che ha suonato a casa dell’anziana madre di Daniela. Alla donna hanno fatto domande sulla vita della figlia, su quell’amico che da alcuni anni si faceva vedere con la farmacista anche in Friuli. Hanno anche dato un occhio al computer della vittima per cercare di capirci di più.

L’amico si difende Intanto Mario Zucchelli, padre dell’amico di Daniela e consigliere a Riva del Garda, ha difeso a spada tratta i figlio. «Non c’entra niente con quell’incidente. Purtroppo, a volte, negli incidenti ci sono degli aspetti inspiegabili e credo che questo sia uno di quei casi. Lui è tranquillo anche se, al dolore per la perdita di una carissima amica, ora deve aggiungere il peso di questi sospetti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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