Morìa di api: in Friuli campi di mais sotto sequestro

Il provvedimento del gip interessa una ventina di terreni: 24 indagati, tra proprietari e conduttori, per disastro ambientale 

UDINE. Sequestrare i campi destinati alla coltivazione di mais conciato con sostanze neonicotinoidi, insetticidi neurotossici vietati dalla normativa nazionale e comunitaria per i danni causati alle api e a una serie di altri impollinatori, e procedere con la distruzione delle piante eventualmente già presenti, per evitare la reiterazione del reato.

E cioè l’ipotesi del disastro ambientale, nella sua nuova formulazione dell’«alterazione dell’equilibrio di un ecosistema», introdotta dalla riforma del 2015 in materia di delitti contro l’ambiente.

Questo aveva chiesto la Procura, nell’ambito dell’inchiesta partita due anni fa per fare luce sulla morìa di api che, da tempo, sta spopolando gli alveri del Friuli, e questo ha disposto il tribunale di Udine, con il provvedimento cui la Forestale regionale ha cominciato a dare esecuzione nella giornata di giovedì 3 maggio.

Una ventina gli appezzamenti finiti al centro delle indagini e 24 le persone iscritte sul registro degli indagati, tra proprietari e conduttori, a seguito delle perquisizioni effettuate nel maggio 2017 in aziende agricole sparse tra Pavia di Udine, Reana del Rojale, Fagagna, Tricesimo, Travesio, Treppo Grande, Terzo d’Aquileia, Basiliano e Campoformido.

Gli esami di laboratorio effettuati (nella forma dell’accertamento tecnico non ripetibile) sui campioni prelevati dai rispettivi campi avevano confermato il sospetto dell’utilizzo dell’insetticida killer e convinto il pm Viviana Del Tedesco, titolare del fascicolo, della necessità di interrompere le semine.

Esigenza condivisa anche dal gip Daniele Faleschini Barnaba, che ha emesso il decreto di sequestro preventivo, prevedendo anche l’eventuale rimozione delle piante e delle sementi già conciate.

Erano stati alcuni studi scientifici pubblicati a partire dal 2013 a mettere in allarme mezzo mondo e dare il via, tra le altre, anche all’attività investigativa della Procura friulana. Attratte sulle piante per la raccolta del polline, le api sono colpite nei centri neurologici, perdendo l’orientamento e non trovando più la strada dell’alveare. Da qui, l’ipotesi di un nesso causale tra la loro diminuzione e l’utilizzo delle sostanze neonicotinoidi.

Il divieto di semina, comunque, riguarda soltanto le piante di mais e soia che possono essere trattate in maniera illecita con l’utilizzo di insetticidi messi al bando dalla normativa e non anche tutte le altre colture.

«Il provvedimento del gip – tiene a precisare il procuratore capo, Antonio De Nicolo – ha una portata limitata all’impiego delle sostanze che determinano l’avvelenamento delle api.

Ogni diverso uso del terreno è consentito. La Procura, con questa inchiesta, non intende in alcun modo danneggiare l’agricoltura, bensì, al contrario, valorizzare una delle eccellenze della nostra regione».

Nella giornata di giovedì 3, squadre della Forestale regionale e personale dell’Arpa hanno avviato anche una serie di sopralluoghi volti a verificare la presenza di un altro pesticida, denominato Mesurol e prodotto dalla Bayer, considerato non meno pericoloso per la vita delle api.

L’attività è stata disposta dallo stesso pm Del Tedesco, nell’ambito di un secondo procedimento al momento a carico di ignoti.

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